Covid Umbria, i nuovi casi più dei guariti. Superate le soglie critiche dei ricoveri

Vaccini, parla il professor Agnelli dell'Università di Perugia: "Impatto emotivo superiore allo studio"

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Perugia, 17 marzo 2021 - Dopo giorni di prevalenza dei guariti dal Covid sui nuovi casi giornalieri, oggi i dati della Regione Umbria registrano 324 positivi (più 103,7% rispetto a ieri) e 315 risultati negativi al virus. Emerge dai dati sul sito della Regione che riporta anche altri dieci morti, con gli attualmente positivi a quota 5.904, uno in meno di ieri.

I tamponi analizzati sono stati 3.364 e i test antigenici 3.185. Il tasso di positività sul totale è quindi del 4,9 per cento (ieri era il 2 per cento) e sui soli molecolari del 9,6 per cento (era il 4). I ricoverati in ospedale sono 485, cinque in più di ieri, 79 dei quali (uno in più) nelle terapie intensive.

Non sono buoni i dati sull'occupazione dei posti letto: quelli  Covid nei reparti di area non critica - cioè malattie infettive, pneumologia e medicina generale - è del 47%, meglio solo di Marche, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia (la soglia critica è 40%). Per quanto riguarda le terapie intensive il tasso di occupazione è del 56%. Stanno peggio solo la Provincia autonoma di Trento (58%) e le Marche (57%).

L'onda emotiva e il vaccino

"Chi ha esperienza clinica quotidiana sa che quanto percepito dal paziente merita sempre attenzione perché comunque espressione di un disagio di cui egli-ella farebbe volentieri a meno. Appare inutile fornire ai pazienti interventi medici di qualità se non vengono dagli stessi percepiti come tali. Sul piano della percezione della malattia per il paziente un caso clinico con evoluzione avversa ha, per molti versi legittimamente, un impatto emotivo superiore rispetto ad un elegante studio epidemiologico": così Giancarlo Agnelli, professore Ordinario di Medicina Interna presso l'Università di Perugia, esperto nel campo delle malattie cardiovascolari che ha analizzato con l'Ansa i casi dei vaccini anti Covid-19 ora all'attenzione di Aifa ed Ema.

"Credo che i pazienti debbano apprezzare il tentativo dei medici di fornire loro le migliori misure sanitarie possibili - ha sottolineato il professor Agnelli - ma i medici debbano comprendere e non sottovalutare le legittime preoccupazioni dei pazienti facendosene carico ed evitando sottovalutazioni e rassicurazioni generiche. Di certo le fonti di informazione devo essere particolarmente rigorose nel valutare le informazioni cosiddette sensibili".

Secondo il professor Agnelli "appare evidente che la malattia stia attraversando da alcune settimane una fase epidemiologica con livelli elevati e stabili di nuovi casi e di mortalità. In questo contesto - ha aggiunto - appare improbabile che il decorso della malattia, in assenza interventi straordinari quali la vaccinazione della maggior parte dei soggetti, possa modificare il suo decorso in tempi brevi. Purtroppo non abbiamo alternative in grado di sostituire i programmi di vaccinazione. Sebbene siano stati registrati progressi nella gestione in acuto dei pazienti con infezione da Covid-19 appare poco probabile che questi progressi puntiformi possano avere un effetto definitivo sul piano epidemiologico complessivo rispetto a un efficace programma di vaccinazione. Un rallentamento del programma di vaccinazioni - ha concluso il professor Agnelli - non potrà non ritardare la sconfitta della malattia con conseguente ritorno alla vita normale".