Covid, Umbria arancione ma potrebbero arrivare nuove restrizioni

La Regione infatti è classificata a rischio "alto"

Donatella Tesei (foto Crocchioni)

Donatella Tesei (foto Crocchioni)

Perugia, 22 gennaio 2021 - L'Umbria mantiene al momento le misure attuali per il contrasto al Covid, mentre da lunedì - secondo quanto si è potuto apprendere - la Regione potrebbe valutare eventuali ulteriori restrizioni territoriali. Sarebbe questo l'orientamento della Giunta umbra in merito a quanto emerge dalla bozza del monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità-ministero della Salute, in base alla quale l'Umbria è stata classificata a rischio "Alto" per la terza settimana consecutiva. Per il momento dunque l'Umbria rimane arancione.

COVID UMBRIA, I DATI DEL 22 GENNAIO

Un indice Rt all'1,09, quindi in leggera diminuzione, e una curva epidemica sostanzialmente stazionaria dopo la crescita, seppur non esponenziale, dopo le feste natalizie: è quanto emerge, rispetto ai dati di una settimana fa, dal consueto Report epidemiologico della Regione Umbria. L'analisi dei dati forniti dal Nucleo epidemiologico regionale, ed illustrati dalla dottoressa Carla Bietta, mostra nelle ultime settimane una distribuzione omogenea dei focolai ma con maggiore presenza nell'area Nord della regione, da Perugia al Trasimeno fino all'Alto Tevere. Stazionaria è l'incidenza settimanale dei casi sulla popolazione con 160,97 ogni 100 mila abitanti (era 167,22 i primi di gennaio). Rispetto alle diverse fasce di età l'andamento risulta simile anche se si riscontra un numero di casi più elevato tra i più giovani (6-18 anni).

Anche il tasso di positività è stabile (8,32% rispetto al precedente 8,53%). Stazionario pure l'andamento dei ricoveri, sia ordinari che in terapia intensiva e anche dei decessi. Rispetto a questi ultimi, il report epidemiologico settimanale ha analizzato anche le caratteristiche dei decessi in Umbria con un focus sulla durata della malattia. Lo studio che ha analizzato 26.414 casi sviluppatisi durante la seconda ondata, dal 1 settembre al 4 gennaio, evidenzia che in Umbria si guarisce dal Covid mediamente in 18 giorni, i giovani sono i più malati ma a morire sono più i maschi e in particolare un ultraottantacinquenne su quattro.

In particolare, la durata della malattia varia dai circa 17 giorni per la fascia 0-24 anni e cresce progressivamente fino a circa 22 giorni per gli over 85. I decessi sono stati in totale il 2,3% (il 2,8% dei maschi e l'1,9% delle femmine) ma solo 2 tra 0-44 anni e 37 (0,4%) tra 45-64 anni. Muore invece l'8% dei malati 65-84 anni e il 25% (257 su 772) di chi ha 85 anni e oltre. A perdere la vita sono stati il 26,7% degli ospedalizzati e il 57,1% di chi è stato in terapia intensiva. Durante la presentazione del report è stato anche affermato che, al momento, non ci sono casi covid in Umbria della cosiddetta «variante inglese». Come ha spiegato il vicecommissario all'emergenza, Massimo D'Angelo, "i soggetti che arrivano da aree dove ci sono casi di variante inglese vengono sottoposti a tampone che, se positivo, viene trasferito all'Istituto superiore di sanità, l'unico ente che può confermare".

Fino ad oggi, ha aggiunto D'Angelo, "non c'è stato quindi alcun caso ma al momento stiamo attendendo l'esito di altre indagini".