Costringe la sua donna a prostituirsi

Rapporti sessuali in aut a tempo: per controllare i guadagni contava i preservativi

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Avrebbe obbligato la sua compagna ad avere rapporti sessuali a "tempo" con i clienti – dieci minuti in macchina, quindici a casa - trattenendo tutti i suoi guadagni e percuotendola con gli schiaffi quando il cliente non era di suo gradimento. Per avere un controllo diretto sulle somme di denaro, ogni sera le avrebbe consegnato sei o sette preservativi, in modo da verificare il numero dei rapporti avuti con i clienti. E, di conseguenza, i guadagni. L’imputato, un 30enne di origine romena già arrestato nell’ottobre scorso per aver aggredito con un coltello la donna e ferito altre persone in una discoteca a Ponte San Giovanni, è stato rinviato a giudizio dal gup Natalia Giubilei (foto) e per lui il processo si aprirà nel giugno del 2022. Gravi le contestazioni mosse a suo carico: avrebbe sfruttato o comunque agevolato la prostituzione della fidanzata (all’epoca dei fatti), costringendola ad esercitare anche quando era incinta.

Un incubo durato per tre anni, fino all’ottobre del 2019, quando la giovane donna troverà la forza di denunciare. L’uomo l’avrebbe inoltre obbligata ad avvisarlo al termine di ogni incontro con i clienti tramite messaggi in codice via chat, sostituendole anche l’utenza telefonica in maniera tale che la compagna non potesse avere contatti con nessuno, tranne che con lui. La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Paola Pasinato, che ha evidenziato il suo stato di soggezione causato da "minacce continue e reiterate" dell’imputato, costretta a prostituirsi con "modalità e tempi decisi unicamente dall’uomo" che la sorvegliava e controllava.

Valentina Scarponi