Oggi il Tribunale del Riesame decide sulla richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati di Roberto Lo Giudice, arrestato il 30 marzo con le accuse di omicidio volontario, occultamento o distruzione del cadavere della moglie, Barbara Corvi, la 35enne di Montecampano scomparsa nel 2009. Indagato a piede libero per concorso il fratello dell’uomoMaurizio. Nei giorni scorsi Roberto Lo Giudice ha avuto un faccia a faccia con il procuratore Alberto Liguori e si è professato innocente.
Nell’ordinanza con cui il gip Simona Tordelli dispone la misura cautelare emerge un profilo violento dell’uomo. "Tutti i testi escussi – si legge nel provvedimento – hanno concordemente riferito come Roberto Lo Giudice fosse un violento nei confronti della moglie, che il matrimonio dei due era ormai giunto al capolinea e che Barbara voleva separarsi, intrattenendo una relazione coniugale che ella stessa aveva confessato al marito e che quest’ultimo aveva comunque appreso (...)". Non solo. Lo Giudice ha sempre sostenuto che la moglie si sia allontanata volontariamente, procurandosi vestiti e preziosi. Versione che non convince affatto gli inquirenti. "Lo Giudice ha affermato che Barbara avesse preordinato la fuga – si legge ancora – acquistando capi intimi e impossessandosi dell’oro di famiglia: gli accertamenti hanno evidenziato che nessun capo intimo sia stato acquistato dalla donna nei giorni precedenti con la sua carta di credito e comunque gli indumenti acquistati per un totale di 551 euro (felpa, pantaloni, maglioni, scarpe) sono stati rinvenuti tutti in casa (eccetto una t-shirt) a dimostrazione di come la tesi della programmazione della fuga sia frutto di un’invenzione, al pari della sparizione dell’oro posto che tutti i congiunti hanno escluso che la coppia possedesse i preziosi menzionati".
Ste.Cin.