Coricelli: «L’olio è cultura, noi la esportiamo nel mondo»

Il fatturato del 2016 dell’azienda spoletina ha superato i 120 milioni di euro

Il direttore commerciale della Pietro Coricelli, Chiara Coricelli

Il direttore commerciale della Pietro Coricelli, Chiara Coricelli

Spoleto, 14 LUGLIO 2017- Da Spoleto fino gli Stati Uniti e Giappone, passando da Brasile e Sudafrica, fino all’India e all’Europa. E’ l’olio Pietro Coricelli che da ottant’anni porta la cultura dell’olio in tutto il mondo (oggi è presente in 110 Paesi). La storica azienda olearia umbra, guidata dalla terza generazione della famiglia, ha chiuso il 2016 con 120 milioni di euro di fatturato, in linea con uno sviluppo degli ultimi 8 anni che hanno registrato un aumento del 50 per cento rispetto agli iniziali 80 milioni di euro. Trenta milioni di litri di olio venduti nel 2016, che fanno registrare un incremento del 4 per cento rispetto al 2015 a livello mondo ed un +20 per cento di volume solo in Italia (passando dagli 8.33 milioni nel 2015 ai 10.04 milioni del 2016), prodotti su 6 linee operative con una capacità totale di circa 13 milioni di litri al mese.

Un andamento eccezionale.

«La nostra missione – dice Chiara Coricelli (nella foto), direttore commerciale, membro del Cda e rappresentante della terza generazione della famiglia – è diffondere la cultura dell’olio in Italia e in tutto il mondo, trasmettendo la tradizione che c’è dietro, ma anche l’innovazione e la ricerca con cui far vincere la tradizione mediterranea in tavola».

Un 2016 da record.

«Vero. Si è chiuso raggiungendo un ottimo risultato sia sul territorio italiano, dove le vendite raggiungono la quota del 40 per cento, sia sul mercato estero. Uno dei punti di forza del nostro approccio è un costante investimento in ricerca e sviluppo grazie a cui abbiamo migliorato le infrastrutture e le strumentazioni. Ad esempio abbiamo reso il nostro Quality & Innovation Centre ancora più efficiente e moderno, in modo da permettere una riduzione di tempi e costi».

Il rapporto con il territorio?

«Il cuore di Pietro Coricelli batte a Spoleto, dove si trova l’Oliveto del Barbarossa, della nostra famiglia, a cui negli ultimi anni è stato aggiunto un moderno oliveto super intensivo distribuito di 98 ettari con 130.000 piante di ulivo. L’impianto è situato proprio attorno allo storico stabilimento dell’azienda dove lavorano 75 dipendenti».

La produzione va in quali mercati?

«Da qui partono ogni giorno centinaia di migliaia di litri di olio verso Usa, Canada, Giappone, Brasile, Cina, Hong Kong, Taiwan, India, Sudafrica, Belgio, Germania. Un giro d’affari internazionale rappresentato, dall’85 per cento circa, dalla vendita di olio d’oliva, seguito da olio di semi, oli aromatizzati, aceti, pasta, sughi e pomodori».

Acquisizioni?

«Beh dal 2009 Cirio, storico brand dell’industria alimentare italiana, è proprietà della Pietro Coricelli. La nostra mission è quella di portare i valori della dieta mediterranea e la cultura dell’olio anche fuori dai confini nazionali».