"Con la Festa dei Ceri è tornata la vita"

Così il cappellano don Mirko Orsini durante l’omelia: "Partite, correte, testimoniate". Un forte mix di sentimenti ed emozioni

di Giampiero Bedini

Con la Festa dei Ceri è

tornata la speranza, la gioia di vivere, la fiducia, la concreta sensazione di un domani appena cominciato dopo anni di sacrifici, privazioni, paure, reciproca diffidenza.

Pur con la responsabilità che il momento ancora richiede.

Era questo il clima che si respirava fin dalle prime luci del mattino, quando il centro storico ha cominciato a riempirsi di colori grazie alle divise dei "ceraioli",

tornate ad essere indossate con orgoglio, distinzione

di una "fede" che esprime appartenenza, che non è divisione, ma consapevolezza di contribuire a rinnovare, unitariamente, con e per i Ceri l’atto di amore e devozione al Patrono Sant’Ubaldo.

Trovando forza e stimolo, motivazione ed energia

nel suo insegnamento

che richiama e coniuga fratellanza, solidarietà, condivisione, riconciliazione, coinvolgimento, fiducia.

E così dalle prime luci

dell’alba quando il rullo dei tamburi ha annunciato che il giorno era arrivato ed il "campanone" ha

chiamato tutti a raccolta tenendo quasi per mano santubaldari, sangiorgiari, santantoniari.

La "visita" al cimitero, testimonianza di gratitudine e memoria verso quanti hanno compiuto il loro cammino terreno, a precedere la messa nella chiesa dei Muratori, a richiamare l’anima dei Ceri.

Al termine l’estrazione dal bussolo dei Soci dell’Università dei muratori, depositaria della Festa, del Primo e Secondo Capitano dell’edizione 2024.

La sorte ha scelto Luca Cecchetti e Fabio Mariani

il cui annuncio à stato sottolineato da applausi scroscianti.

E’ stato l’inizio di un crescendo di emozioni con i "ceraioli" a mettere in pratica l’invito rivolto loro dal cappellano dei Ceri don Mirko Orsini durante l’omelia: "Partite, correte, testimoniate".

E’ stato preso di parola, ovviamente: la consegna del "mazzolin dei fiori", un inno alla primavera ed alla gentilezza, la sfilata generale, l’arrivo in una Piazza Grande che ci ha messo poco a trasformarsi in una policromia di colori, in un crogiolo di sentimenti esplosi nella spettacolare "alzata".

Dopo la cerimonia che ha visto il Primo Capitano Eduardo Amedei ricevere le simboliche chiavi della città dal sindaco Stirati, presente il vescovo OPaolucci Bedini, i ceri di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio, irrompendo dalla sala dell’arengo del Palazzo dei Consoli sorretti da spalle e mani dopo il "via" del secondo capitano Paolo Procacci, con movimenti coordinati dai capodieci Alessandro Nicchi, Fabio Uccellani e Andrea Tomassini, preceduti dal lancio delle tre artistiche brocche, hanno trovato finalmente quella a verticalità attesa da tre anni.

Un tripudio indescrivibile tra lacrime ed applausi, "via ch’eccoli" e "finalmente".

Poi, ciascuno per proprio conto, a "mostrarsi" per rianimare e garantire, gratificare ed incoraggiare, prima della sosta sugli artistici i piedistalli di Gaetano Agostinelli (1899-1901) in Via Savelli della Porta. Una pausa prima dell’assalto finale.