REDAZIONE UMBRIA

Comune e Associazione Tartufai Altotevere a Città di Castello: collaborazione per la tutela del tartufo bianco

Il Comune di Città di Castello e l'Associazione Tartufai Altotevere collaborano per tutelare il territorio tartufigeno, promuovere e coinvolgere nel nuovo corso della rassegna dedicata al tartufo bianco. Un'occasione per salvaguardare una tradizione secolare riconosciuta dall'Unesco.

Comune e Associazione Tartufai Altotevere a Città di Castello: collaborazione per la tutela del tartufo bianco

Comune e Associazione Tartufai Altotevere insieme per collaborare nella tutela del territorio tartufigeno, la promozione e il coinvolgimento nel nuovo corso della rassegna dedicata al tartufo bianco che proprio nella prossima edizione di novembre si presenterà completamente rinnovata. Queste le tematiche al centro dell’incontro che si è svolto in Comune fra il sindaco Luca Secondi e il presidente dell’Associazione Tartufai Altotevere Andrea Canuti accompagnato dal segretario, Italo Bianchini. L’Associazione Tartufai Altotevere (circa 800 iscritti) nasce l’11 settembre 1986 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di tartufi, natura e ambiente. "Lo scopo dell’incontro è stato anche quello di sottoporre al sindaco diverse questioni e chiedere il supporto del Comune in riferimento alla grande preoccupazione e incertezza nel praticare l’attività di cerca del tartufo nel nostro territorio a causa delle innumerevoli concessioni e chiusure di tartufaie controllate con un incremento spropositato di circa il 330% dal 2020 ad oggi. Crediamo sia fondamentale ricordare che il tartufo bianco (trifola) è un prodotto spontaneo del bosco e non riproducibile in natura, perciò non coltivabile", ha dichiarato il presidente Andrea Canuti. Il sindaco ha ribadito la vicinanza dell’ente alle tematiche che l’associazione Tartufai dell’Altotevere porta avanti. "Ora più che mai, alla luce del prestigioso riconoscimento dell’Unesco sulla ‘cerca e cavatura del tartufo’ come patrimonio culturale e immateriale, la salvaguardia di una tradizione secolare tramandata di padre in figlio non può che trovare condivisione e unità d’intenti", ha detto Secondi.