"Col ’Reddito Alimentare’ lo spreco diventa dono"

L’Umbria si candida a laboratorio di idee per contrastare le nuove povertà. Leonardo Cecchi (Coordinamento Pd): "Pronti ad avviare l’iter legislativo"

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"Il reddito alimentare potrebbe essere uno strumento alternativo al sussidio monetario. Si tratta di una proposta che vuole mettere le risorse, la filiera, il Terzo settore e i cittadini in un rapporto di collaborazione per evitare gli sprechi e permettere a tutti coloro che ne hanno bisogno di avere garantiti i pasti minimi giornalieri. La proposta di legge, che già c’è a livello regionale, potrebbe rientrare nel dibattito politico come strumento integrativo al Reddito di Cittadinanza. Al contrario di quest’ultimo, il Reddito alimentare pone al centro dello strumento non l’occupazione, ma lo spreco e la povertà legata all’impossibilità di tante famiglie di pagare la spesa". Leonardo Cecchi - già vice responsabile della comunicazione del Pd e attualmente su incarico del capogruppo Tommaso Bori, responsabile del Coordinamento del Pd Umbria sulle nuove povertà disuguaglianze e lavoro povero- spiega obiettivi e progetti del Coordinamento.

"Lo scopo di questo istituto - racconta Cecchi - è raccogliere intorno allo stesso tavolo sindacati, terzo settore e docenti universitari per cominciare a studiare e poi proporre e creare progetti a contrasto delle nuove povertà".

Ci spieghi...

"Il Reddito alimentare non prevede l’erogazione mensile di denaro sul conto o sulla carta del beneficiario, bensì un diritto ad ottenere generi alimentari sotto forma di pacchi completi di tutti quei beni che la distribuzione getta via, in numero variabile a seconda delle condizioni stesse del beneficiario.

Lo strumento del Reddito alimentare si regge sugli esuberi e l’invenduto della grande distribuzione: è così?

"Esattamente: i prodotti che compongono i pacchi alimentari sono parte dello spreco e sono donati dalla distribuzione. Dunque non rappresentano un costo".

Come far funzionare questo ingranaggio senza aggravi o incombenze per chi dona?

"Per far funzionare il Reddito alimentare non è richiesto alla distribuzione nessuno sforzo ulteriore rispetto a quello che già fa oggi per donare agli enti del terzo settore".

Cosa si intende per “nuove povertà“?

"Sono le sacche di indigenti che ha creato la pandemia e adesso il caro energia e l’inflazione".

Quali le fasce più a rischio?

"Come risulta anche dal dossier della Caritas, si tratta di piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, persone che prima facevano lavoretti in nero. Lavoratori che prima avevano una piccola stabilità economica e che ora stanno sprofondando nella povertà assoluta".

Tornando al Coordinamento, che ruolo avrà?

"L’idea principe sarà studiare proposte sul Reddito alimentare. Fare insomma massa critica per arrivare all’approvazione di un iter legislativo in materia. Abbiamo già raccolto 70mila firme e la proposta è stata presentata da Bori in 90 comuni dell’Umbria. Ora cercheremo di capire come portarla avanti a livello nazionale, per questo ci candidiamo a laboratorio delle proposte".

Silvia Angelici