Cna: "Edilizia settore trainante dell’economia, ma ora rischia lo stop"

L’appello dell’organizzazione: "Si prendano misure per evitare una crisi che per la nostra regione sarebbe drammatica"

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"Una ripresa economica registrata nel 2021, e nei primi mesi del 2022, merito in maniera determinante delle costruzioni, settore che conferma quindi il suo ruolo trainante ma che ora rischia lo stop per varie cause come l’aumento del costo delle materie prime e il blocco della cessione del credito in seguito ai quali si teme uno stop "non solo per il superbonus, ma anche quelli minori, che in Umbria nel 2021 hanno giocato un ruolo di primo piano nella ripresa". Una certificazione, ma anche un allarme, che emergono dalla ricerca Cna-Cresme sulle costruzioni in Umbria presentata nel salone d’onore di palazzo Donini. Appuntamento che si è svolto alla presenza della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, del segretario nazionale della Cna Sergio Silvestrini, del presidente di Cna Umbria Michele Carloni, di quello del settore costruzioni Emanuele Bertini e del direttore del Cresme Lorenzo Bellicini. Un "paradosso", come lo ha definito Silvestrini, perché da una situazione "euforica" si è poi ripiombati nella criticità. L’indagine ha certificato il ruolo di volano del settore nel trainare il balzo del Pil regionale oltre il 6% nel 2021, contribuendo con un 30%, con l’occupazione aumentata del 14% e la produzione del 24%. "Nonostante questa performance - ha spiegato Silvestrini - decine di migliaia di imprese del settore rischiano di fallire in quanto non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus edilizi". "Il contributo che il settore delle costruzioni ha portato alla crescita economica dell’Umbria lo scorso anno - ha dichiarato Bellicini - vale 3,5 miliardi di euro, di cui 2,3 relativi a interventi straordinari di manutenzione e recupero edilizio, 640 milioni legati a opere di manutenzione ordinaria e 524 milioni riferiti a nuove costruzioni. Numeri che hanno fatto crescere gli investimenti nel settore del 23% di cui ben l’85% rappresentato da interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente". Un contributo importante al balzo del settore delle costruzioni registrato nel 2021, come ha sottolineato ancora Bellicini, è arrivato anche dal notevole aumento della ricostruzione post sisma, soprattutto di quella privata, dove il totale degli interventi sale a 7 mila cantieri per un valore di 2,2 miliardi di euro. La ricostruzione per il terremoto del 2016 "è cominciata nel 2020", ha poi precisato la presidente Tesei, "con l’Umbria ha fatto lavoro straordinario sia per quella privata che pubblica". Tra le criticità certificate dalla ricerca ci sono poi da un lato quelle relative alle ingenti risorse che stanno arrivando in Umbria dal Pnrr e da altri fondi nazionali ma che non si sono ancora tradotte tutte in appalti pubblici. Dall’altro lato vi è anche la crisi demografica che sta interessando l’Umbria da almeno un decennio e che ha già visto una contrazione della popolazione residente di oltre 30.000 abitanti. In merito a questo scenario, la presidente Tesei ha ricordato che l’Umbria ha avviato una serie di politiche per la famiglia per invertire la tendenza alla denatalità e per arrestare nel contempo l’emigrazione dei giovani.