Cinquemila imprese attive In crescita quelle edili

Il comparto commerciale resta fortemente vitale. Effetto ’Superbonus’: nel 20 le aziende del settore in città erano 653, un anno dopo erano già 20 in più

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C’è un effetto ’Superbonus’ ed un effetto Covid sull’economia folignate. È quello che traspare dalla lettura del contesto socio economico della città, tracciato dal Dup 2023 – 2025, il documento unico di programmazione licenziato dalla giunta comunale a fine luglio. L’anagrafe delle imprese aperte sul territorio, divise per settore, utilizza i dati della Camera di Commercio di Perugia, rielaborati dal Comune di Foligno. Si tratta di una fotografia, dunque, con i numeri assoluti dei soggetti operativi, senza considerare il ‘tasso di mortalità’ o le ‘nuove nascite’ delle imprese. Al primo trimestre 2022 le aziende attive in città sono 4.842, con la parte del leone fatta dal commercio.

Del totale, ben 1.392 sono relative infatti al commercio, 690 agricoltura e pesca, 362 le attività manifatturiere, 683 le costruzioni, 22 altre industrie, 326 alberghi e ristoranti, 103 trasporti, 138 attività finanziarie e 1.126 classificate come ‘Altro’. In questo contesto, il balzo più alto rispetto all’anno precedente è quello del settore delle costruzioni, con dieci unità in più registrate e operative. In leggero calo agricoltura (-2) e Commercio (-7). Si capisce dunque che il +9 sul dato generale (4.842 nel primo trimestre 2022 e 4.833 nel 2021) sia stato completamente trainato proprio dal settore delle Costruzioni, capace di ammortizzare anche le perdite, seppur contenute, di altri settori. Nel biennio 2020 – 2021, quello più colpito dagli effetti del Covid, si registra il leggero calo dell’agricoltura (da 699 a 692), dei trasporti (da 104 a 102), delle attività finanziarie (da 138 a 137), probabilmente entrate di più in difficoltà con le restrizioni dovute alla pandemia. C’è però anche chi sale. È il caso del commercio, che non appare penalizzato dagli effetti, anche psicologici, della pandemia. Così nel 2021 le imprese commerciali sono 1.399, contro le 1.376 del 2020. E ristoranti e alberghi passano da 317 a 326, spinti forse dall’effetto di riscoperta dei luoghi dell’Italia interna rispetto all’estero. In questo biennio, il numero delle imprese legate alle costruzioni ha spinto la crescita: se nel 2020 le aziende del settore in città erano 653, un anno dopo erano 20 di più.

Complessivamente, il livello di 4.842 imprese è ben lontano da quello di quasi vent’anni fa. Nel 2003 le imprese registrate sul territorio erano 4.564, per poi registrare una crescita continua e stabilizzarsi intorno al 2008 intorno alle 4.800 unità circa. Di certo i prossimi monitoraggi dovranno fare i conti, ancor più, anche con le conseguenze del caro bollette e del caro carburanti, consolidatosi nei mesi scorsi.

Alessandro Orfei