Chiede in chat foto intime ad una minorenne

Condannato venticinquenne originario di La Spezia. I genitori della ragazzina perugina si sono costituiti parte civile

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Si fingeva coetaneo della vittima per carpire la sua fiducia ed entrare in contatto con lei. Ma dall’altra parte dello schermo del telefonino non c’era un ragazzino, ma un 25enne originario di La Spezia che ha chiesto ed ottenuto da una minorenne (residente in provincia di Perugia) foto intime e private. È stato grazie ai genitori della giovanissima che sono scattate le indagini a carico del ragazzo spezzino che ieri è stato condannato a due anni e otto mesi dal giudice per l’udienza preliminare Natalia Giubilei. L’imputato, difeso dall’avvocato Emanuele Cucchi, aveva ammesso le proprie responsabilità già in sede di interrogatorio di garanzia e grazie all’ammissione del rito abbreviato ha potuto usufruire dello sconto di un terzo della pena come previsto per legge. Le accuse mosse nei suoi confronti dal pubblico ministero Annamaria Greco (che nei mesi scorsi aveva chiesto il rinvio a giudizio) sono atti sessuali con minorenne e detenzione di pornografia minorile. Non solo, dopo averla contattata su un social network, continuava la "frequentazione" virtuale su whatsapp chiedendole si esibire le sue parti intime, ma avrebbe "utilizzato" la minore per la realizzazione di esibizioni pomografiche, procurandosi la disponibilità di immagini e video online a sfondo sessuale con il rischio di memorizzarli e diffonderli. Dall’analisi dell’archivio dell’account Google gli investigatori sono riusciti a trovare oltre 150 immagini e una ventina di video della minore. I fatti contestati vanno da dicembre 2017 a gennaio 2018. I genitori della ragazzina si sono costituiti parte civile nel processo con l’avvocato Daniela Paccoi.

Valentina Scarponi