Ceri Mezzani, cadono San Giorgio e Sant’Antonio

Gubbio, tante emozioni anche con i più giovani. Gli episodi in via Mazzatinti e all’uscita delle ’birate’ in piazza Grande

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GUBBIO – Una Festa dei Ceri mezzani che ha regalato fascino ed emozioni fin dal mattino. Sono entrati subito in sintonia con ruolo ed ambiente Manuel Frenguellotti e Leonardo Fiorucci, Primo e Secondo Capitano, Nicolò Chiocci, Alfiere, Alessandro Mercorella, trombettiere, oltre a Tommaso Piccotti, Matteo Filippetti e Michele Fiorucci capodieci rispettivamente dei ceri di S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio. Le premesse del mattino, sono state mantenute ampiamente nel pomeriggio con una "corsa" finale che è stata un condensato di straordinaria abilità da parte dei giovani ceraioli ed anche di emozioni forti con le "cadute" in alcune delle fasi più veloci ed insidiose del percorso che hanno coinvolto i Ceri di S. Antonio a metà della "calata di Ferranti" (Via Mazzatinti) e quello di San Giorgio all’uscita delle "birate" in Piazza Grande. Un paio di "incertezze" che hanno finito per rendere santantoniari e sangiorgiari ancora più determinati e la "festa" sempre più espressione della vita con le sue difficoltà da superare guardando subito avanti con fiducia.

Al di la di questi episodi, che finiranno per essere al centro nei prossimi giorni di simpatici sfottò, la corsa finale ha completato con il suo andamento una Festa dei Ceri Mezzani che ha saputo prolungare il fascino e le suggestioni che fanno anche di questa manifestazione un evento unico e sempre memorabile. Veloce l’"alzatella", armoniosa e rapida la "calata dei Neri" dopo la benedizione del cappellano don Mirko Orsini, autoritario l’incidere lungo il corso tra due ali di folla ed un alternarsi ritmico di "mute" (cambi) con lo scomporsi ed il ricomporsi di macchie gialle, azzurre, nere fino all’arrivo a Piazza Grande. Le "birate" di commiato all’ombra del Palazzo dei Consoli dopo il via del vice sindaco Alessia Tasso, l’ascesa al monte conclusa nel giro di 9 minuti e 15 secondi con Sant’Ubaldo che chiude agevolmente il "portone" del Chiostro, "scavija" e lascia poi la scena a San Giorgio e Sant’Antonio. Un momento di preghiera dinanzi all’urna del Patrono con unba breve riflessione del cappellano dei Ceri don Mirko Orsini. "Grazie – ha detto il sacerdote rivolto ai ceraioli – per questa vostra bella testimonianza". Un devoto e corale "Oh lumne della fede" e quindi il ritorno delle "statue" dei Santi in città con il conto alla rovescia che riparte.

G.B.