"Centro storico più aperto": Grandi e la barriera psicologica dei perugini

Parla un opnion leader seguitissimo sui social

Matteo Grandi

Matteo Grandi

Perugia, 18 giugno 2018 - Parlare di Ztl a Perugia è come dar fuoco a un distributore di benzina: basta una scintilla perché scoppi l’incendio. E così anche stavolta, con l’annuncio che da autunno aprirà «l’anello» di piazza Italia (corridoio libero 24 ore su 24 da via Masi all’inizio di via Baglioni), il dibattito ha preso fuoco. E al solito è «guerra» tra favorevoli e contrari. A rinfocolare gli animi, caso mai dovessero spegnersi, ci pensa Matteo Grandi, scrittore, opinion leader seguitissimo sui social e residente in centro storico.

«Finalmente arriverà presto l’anello di piazza Italia – afferma – sul quale si è accesa grande polemica. Ma il dibattito è assolutamente sovradimensionato, poichè gli orari della Ztl non sono cambiati e di fatto per i residenti non muta nulla: si tratta solo dello spostamento del varco-ztl di 5-600 metri che non modifica gli assetti, anche perché gli abitanti sono tutelati nelle aree specifiche con i pilomat».

Proprio sugli abitanti, Grandi precisa che il fatto che «un paio di associazioni si dicano contrarie, non significa che tutti siano contro questa decisione: io abito in centro e sono favorevole. Quindi certe associazioni non mi rappresentano».

Secondo Grandi «la novità è dal punto di vista comunicativo, poiché quello che passa è un messaggio che il centro non è chiuso, non è blindato. Mossa intelligente che potrebbe aiutare a superare il blocco psicologico dei perugini. Lungi da me volere un centro invaso dalle auto, ma la realtà ci parla oggi di questa zona della città che è deserta. E da qualche parte bisogna ripartire».

«Qualcuno ripete che per rilanciare l’acropoli – continua – bisogna partire dai contenuti, dagli attrattori commerciali forti: provate però a chiedere ad esempio a grandi catene di abbigliamento di venire in Corso Vannucci. Loro ragionano con i grandi numeri e quando vedono i numeri dell’acropoli alzano i tacchi e fanno marcia indietro. Per invertire la rotta e creare un circolo virtuoso – conclude Grandi – bisogna invertire il rapporto di causa-effetto: prima riportare la gente, poi gli attrattori». Sull’alto costo delle strisce blu, Grandi invita a chiedersi «come mai la città in passato si sia consegnata alla Sipa, creando una situazione irreversibile».