C’è chi preferisce l’affitto per l’autonoma sistemazione o la Sae piuttosto che tornare nelle proprie case. L’allarme è del commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, al Comitato istituzionale per l’Umbria, convocato dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, al Centro funzionale della Protezione civile di Foligno. "Ci sono 1.300 titolari di contributo di autonoma sistemazione o fruitori di Sae (Soluzioni abitative in emergenza) che non hanno presentato domanda di ricostruzione – ha detto Castelli – è necessario capire cosa c’è dietro questo tipo di condizione e dobbiamo programmare una serie di scadenze, oltre le quali si deve ritenere che qualcuno non ha l’interesse a ricostruzione". Passaggi delicati ma necessari "perché il sistema pubblico mette in campo risorse che assorbono una certa forza economica che potrebbe, invece, refluire verso il cratere", ha aggiunto ancora il commissario. "Entro metà febbraio – ha aggiunto - ci sarà una ulteriore Cabina di coordinamento per affrontare di nuovo questo problema che già era stato discusso dal mio predecessore Giovanni Legnini. Siamo nel campo della fragilità, nel campo di coloro i quali hanno maturato diritti che sono da ricondurre anche alla decisione di presentare il progetto", ha specificato Castelli. Che, però, non ha dimenticato di evidenziare come quelli trascorsi siano stati "mesi difficili, in cui i progetti non venivano presentati per tanti motivi, a cominciare dal rincaro dei prezzi e quindi si necessita di una riflessione supplementare, ma la questione la dovremo affrontare entro il 2023", ha concluso. Intanto il termine per la presentazione è stato prorogato. Castelli ha firmato un decreto che sposta la scadenza al 16 febbraio, inizialmente prevista invece al 31 gennaio. Resta fermo l’obbligo, per chi ha invece già presentato la domanda in forma semplificata, di trasmettere il progetto completo entro il 15 marzo, a pena dell’improcedibilità della domanda. Quanto allo stato dell’arte complessivo, Castelli ha sottolineato come ci siano diverse problematiche da affrontare con rapidità. In primo luogo il 110 per cento. Una questione decisamente spinosa e che ha creato situazioni molto complesse da gestire. "Il fatto che siano bloccate le cessioni dei crediti fa sì che buona parte della ricostruzione privata sia ferma". "Il 110 infatti – ha continuato - può assorbire le quote di accollo, cioè la parte del contributo che non copre le lavorazioni che sarebbero altrimenti a carico del cittadino terremotato. Se non lo sblocchiamo rischiamo di bloccare anche in Umbria quello che è un processo convivente, dove la Regione e l’Usr hanno lavorato in maniera davvero adeguata". Tra i problemi da superare, Castelli ha parlato della nuova piattaforma Gedisi, dove si caricano le pratiche della ricostruzione. "Questo strumento – ha detto – sta creando qualche rallentamento e disservizio, ma stiamo cercando di ridurre al minimo i disagi". All’incontro c’era anche la presidente della Regione, Donatella Tesei, che ha sottolineato la necessità di norme certe per le emergenze. Alessandro Orfei