Carceri, le priorità del garante "Rems e organici polizia"

Giuseppe Caforio eletto dall’Assemblea legislativa dell’Umbria "Il grado di civiltà di un Paese si misura anche dallo stato di salute delle prigioni"

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Garante, nel carcere di Perugia ci sono 120-150 detenuti con problemi psichiatrici su una popolazione di 380400 persone. E’ uno degli aspetti che creano maggiori problema. E’ un tema in agenda?

"E’ un problema reale e attuale che peraltro si scontra con una quotidianità da cui emerge che persone mentalmente instabili non possono essere ricollocate all’interno della società in maniera affrettata, attesi i fatti di cronaca sotto gli occhi di tutti".

Nel recente passato anche i sindacati di polizia hanno denunciato l’invio massiccio di reclusi con problematiche proprio a Capanne...

"Una ridistrubizine sul territorio nazionale è la soluzione migliore. Per quanto riguarda l’Umbria in tutte e quattro le carceri – Perugia in particolare – c’è una carenza di personale notevole, anche specializzato per le persone psichiatricamente deboli e questo mal si concilia con questa concentrazione che, in percentuale, è abnorme".

Cosa serve ai detenuti e alle carceri umbre, a suo avviso?

"Sotto il profilo strutturale l’Umbria è in salute mentre uno dei obiettivi principali che perseguirò nel mio mandato è quello di cercare di riequilibrare il rapporto tra risorse e presenze, in particolare di persone con fragilità".

L’Umbria sconta un’altra grande carenza: manca una Rems e spesso i detenuti restano in carcere solo perché non c’è un altro posto...

"Fermo restando che la principale funzione del carcere è riabilitativa – e quando serve anche terapica – per i detenuti con problemi psichiatrici è ormai indifferibile la creazione di una Rems che possa rendere la regione autonoma. Questo credo debba rientrare nei programmi di accordo tra il ministero di Giustizia e la Regione. Quando sarà formalizzato il mio incarico sarà tra i primi obiettivi in agenda".

Era un problema che già conosceva...

"Ho già avuto un primo scambio su tanti temi compreso questo con la presidente Tesei con la quale c’è un’ottima sintonia. Dell’argomento ho parlato anche con il rettore (Maurizio Oliviero): ho ottenuto il coinvolgimento dell’Università sui tanti temi della detenzione e anche su questo aspetto specifico. Ricordo che all’interno dell’Università abbiamo eccellenze, anche in campo sanitario, che possono essere utilizzate sinergicamente per la soluzione di problematiche delicate".

Presto dovrebbe vedere la luce il repartino-detentivo dentro l’ospedale di Perugia ma resta il nodo del personale...

"La carenza di personale è una delle ragioni principali delle tensioni dentro il carcere. La polizia penitenziaria svolge ruolo difficilissimo, spesso in situazione non accettabili che vanno ben oltre le funzioni e quindi riequilibrare questo rapporto significa ridare serenità all’interno del carcere. Mi sono riproposto di visitare i 4 istituti per avere piena conoscenza della situazione. Nella mia professione mi sono trovato a visitare detenuti in condizioni quasi idilliache e, altri costretti a vivere in contesti di inciviltà".

Perché si è candidato a questo ruolo delicato?

"Un paese civile si misura anche sulle carceri, oltre che su sanità e cimiteri. Ma tutt’ora ci sono diverse criticità: se riusciamo a risolverle potremmo fare un vero salto di qualità sul grado di civiltà della nostra comunità. Fermo il principio della certezza della pena dobbiamo dare l’opportunità a quanti pagano per quanto commesso di riabilitarsi".

Erika Pontini