Cadavere trovato lungo una strada: è mistero

Tuoro, un passante si è imbattuto per caso nel corpo. La decomposizione è talmente avanzata che non è stato possibile identificarlo.

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Tuoro sul Trasimeno (Perugia), 7 agosto 2020 - Un corpo senza vita lungo una strada di campagna nei pressi della pista ciclabile a Tuoro: unico indizio una mascherina in tasca.

La drammatica scoperta è avvenuta nel tardo pomeriggio di mercoledì. Si tratta di un cadavere ancora senza identità, un vero giallo che adesso dovranno risolvere i carabinieri della compagnia di Città della Pieve. E’ stato uno sportivo a dare l’allarme, un uomo che stava percorrendo uno dei tanti sentieri sterrati che dalla strada principale si ricongiungono con l’anello ciclopedonale in quel tratto nel comune di Tuoro.

Lo sportivo ha lasciato la via maestra e per qualche metro si è addentrato tra l’erba verso un rudere che si trova in quel punto, probabilmente – come ha poi riferito agli inquirenti che hanno raccolto la testimonianza – per un bisogno fisico.

E’ solo per questa casualità che il corpo è stato trovato. In posizione supina ma ormai talmente decomposto da non rendere possibile non solo l’identificazione ma nemmeno il riconoscimento dei tratti o del colore della pelle. Un cadavere ancora con qualche indumento addosso e in tasca una mascherina chirurgica. Ma che, per le condizioni pessime in cui è stato ritrovato, non dà alcun indizio per una seppur sommaria identificazione.

La mascherina quindi è l’unico elemento investigativo in questo momento in mano agli uomini del maresciallo Giovanni Foglia (della stazione di Tuoro), coordinati dal capitano Andrea Caneschi, che subito sono arrivati sul posto insieme ad una pattuglia del Norm.

Il magistrato di turno Mario Formisano ha disposto il trasferimento del corpo all’obitorio di Perugia dove verrà eseguita in queste ore l’autopsia.

Ma è da una prima ispezione sommaria del cadavere, alla ricerca – che è poi risultata vana – di documenti, che è saltato fuori il dispositivo di protezione per il viso.

Si tratta di un indizio chiave in termini temporali: evidentemente il corpo è lì da dopo lo scoppio della pandemia e quindi la persona non può essere morta prima di marzo. L’esposizione agli agenti atmosferici e il caldo potrebbero aver accelerato il deterioramento fino ad arrivare ad una sorta di mummificazione.