Bus, la Regione taglia 13 milioni Ma sulla protesta sindacati divisi

Cgil e Cisal: con il ritorno indietro ai 4 bacini la Regione Umbria prepara un disastro per i territori, per l’occupazione, per i cittadini più deboli e per gli studenti. Appello ai sindaci dei Comuni colpiti

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Il sindacato si spacca sulla protesta del trasporto pubblico, ma cerca comunque di mettere un freno ai tagli annunciati dalla Regione. Da una parte Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria, dall’altra Fit Cisl Umbria e la Uiltrasporti.

Ciò che accomuna la protesta sono i tagli al trasporto pubblico regionale (che l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche nega) e il bando di gara per l’assegnazione del Tpl in Umbria che sarà diviso in quattro lotti, anziché unico come era stato paventato nei mesi scorsi. "Un taglio al trasporto pubblico locale dalle dimensioni devastanti – affermano Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria – pari a 13 milioni di euro. Con il ritorno indietro ai 4 bacini la Regione Umbria prepara un disastro per i territori, per l’occupazione, per i cittadini più deboli e per gli studenti e ci riporta indietro di 20 anni". Il timore è che i corrispettivi dello Stato all’Umbria, proprio in virtù di questi risparmi, vengano ulteriormente ridotti. Le risorse del Fondo nazionale dei trasporti) sono state incrementate già da quest’anno e sono di 100 milioni di euro annui, nei prossimi anni tali risorse avranno un ulteriore aumento annuale fino ad arrivare a 300 milioni di euro all’anno nel 2025.

Ma secondo i sindacati ora il rischio è proprio che l’Umbria perda risorse. Cgil e Cisal inoltre si rivolgono in particolare ai sindaci dei tanti Comuni colpiti: "Orvieto, Spoleto, Città di Castello, Todi, Gualdo Tadino – affermano i segretari Ciro Zeno e Christian Di Girolamo - perderanno ingenti somme destinate al Tpl, in alcune realtà fino al 50% del finanziamento attuale. Ma peggio andrà a Comuni come Nocera Umbra, Amelia, Trevi, Campello sul Clitunno, Scheggia e Pascelupo, Castel Ritardi, Gualdo Cattaneo, Passignano sul Trasimeno, Montefalco, Cannara, Deruta, Spello, Torgiano e Norcia che vedranno completamente azzerati i fondi oggi a loro destinati per gli autobus". Insomma, secondo Filt Cgil e Faisa Cisal, la delibera di giunta 611, del 15 giugno 2022 "sancisce e calca in maniera chiara questa volontà di seppellire il Tpl in Umbria da parte della politica regionale con in testa l’assessore Melasecche".

"Ora – insistono Zeno e Di Girolamo - i sindaci delle città citate dovrebbero saltare dalla sedia e respingere con tutte le loro forze questa scelta scellerata che ricadrà sui loro comuni, a prescindere dal colore politico". Da parte loro Filt Cgil e Faisa Cisal ribadiscono una contrarietà netta "al disastro annunciato". "Disastro – dicono – che potrebbe assumere proporzioni ancora più grandi, visto che non è dato conoscere il futuro del settore della navigazione sul Lago Trasimeno e quello del ferro da Città di Castello a Perugia, servizi mai menzionati in nessuna riunione. Saranno in un ulteriore lotto oppure…?", si chiedono i sindacati, che intanto hanno proceduto a contattare via pec tutti i sindaci interessati al progetto di "smantellamento" del trasporto pubblico locale.