Branca, suona l’allarme rosso per Ortopedia

In ospedale mancano medici, possibile la chiusura notturna della struttura. E anche il Pronto soccorso è finito sotto organico

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Nuove preoccupazioni sono tornate ad aleggiare intorno all’ospedale comprensoriale di Gubbio-Gualdo Tadino, una delle strutture sanitarie più importanti della regione per il livello organizzativo, per la qualità dei servizi, delle prestazioni e delle professionalità che esprime. Una risorsa alla quale si guarda anche da altre regioni confinanti e nei cui confronti il territorio è particolarmente legato tanto che fin dalla sua inaugurazione (1 marzo 2008) ha messo in atto nel tempo una tutela costante pronta ad esprimersi con azioni di vigilanza e sollecitazioni in presenza di decisioni o ipotesi che possano comprometterne l’efficienza e la rapidità delle risposte e dell’assistenza. Facile ricordare la vicenda del servizio analisi.

Attualmente, per la mancanza di personale, soprattutto medici, si prospetta addirittura la chiusura notturna, non si sa per quanto tempo, della divisione di ortopedia con la conseguenza, facilmente intuibile, che per far fronte di notte ad emergenze ed urgenze si dovrà fare ricorso ad altre realtà sanitarie umbre. Una ipotesi che ha aumentato i timori dato che ci sono pure altri reparti in sofferenza. E’ il caso, stando alle segnalazioni pervenute, ma basterebbe semplicemente viverne per qualche ora la vita, del pronto soccorso che ad oggi riesce a far fronte ad un lavoro sempre molto intenso grazie alla disponibilità dei medici di altri reparti, con una specie di spola che garantisce e sottrae nello stesso tempo, all’insegna delle celebre "coperta corta". Stando alle informazioni il pronto soccorso di Branca nel 2021 ha registrato ben 29.000 accessi; nonostante questo il suo organico è inferiore a quello di analoghi, contigui ospedali dello stesso livello, ma con accessi inferiori. Una discordanza che andrebbe quanto meno sanata. Resta aperto il discorso, anche se in parte avviato a soluzione, dei ruoli apicali scoperti e garantiti dai facenti funzione. La situazione più conosciuta è quella della cardiologia, dove il primario manca ormai da quattro anni. Autorizzato invece il concorso per la ginecologia. Resta aperta pure la vicenda delle liste d’attesa, anche se, onestamente, si sta cercando di risolverlo. Tra le soluzioni che si ipotizzano, pure la prospettiva di accelerare la risposta orientando i pazienti verso altri ospedali umbri; un discorso difficilmente praticabile però nell’Alto Chiascio per le tante difficoltà legate ai problemi dei collegamenti anche pubblici ed all’età della popolazione.

G.B.