"Bollette triplicate per l’energia elettrica"

Bar e ristoranti del Folignate lanciano l’allarme e lamentano pochi aiuti pubblici. Colombo: "Da 5mila euro siamo passati a pagarne 15mila"

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Neanche raddoppiate, spesso proprio triplicate. Di emergenza in emergenza (pandemia, guerra e chi più ne ha più ne metta) baristi e ristoratori arrancano in salita portando il fardello di spese che aumentano e incassi che, seppure in ripresa, a volte non riescono a garantire neppure il pareggio. I più fortunati smettoni di investire, i meno fortunati fanno debiti. Anche chi ha attività ben avviate si ritrova a segnare il passo sperando che qualcosa cambi rapidamente. Tutti sono concordi nel dire che il primo aiuto che lo Stato potrebbe dare è ridurre le tasse. "In pochi mesi la bolletta dell’energia elettrica è triplicata". È accaduto a Umami food lab, il più giovane locale della famiglia Umami, aperto da poco nella zona di via delle Industrie, che si è visto arrivare una bolletta che tocca addirittura i 15mila euro. "Siamo passati da un conto di 5mila euro, ad uno di 9mila, a quest’ultimo di 15mila – racconta Moreno Colombo, uno dei titolari insieme alla famiglia Rosi – e si tratta davvero di una brutta sorpresa. Il salasso non è arrivato solo a noi ma sono davvero tante le aziende che si trovano in queste condizioni". C’è anche chi, per pagare un conto del genere, ha scelto di mettere in cassa integrazione i dipendenti: "Noi non lo faremo – continua Moreno Colombo – ma è necessario e urgente un controllo da parte delle autorità, siano esse politiche o finanziarie, anche per evitare la speculazione". Gli aumenti registrati da Umami sono ingenti, dai 5 centesimi ai 45 centesimi a kWh di consumo in un anno. "Un aumento che copre tutto il margine dell’investimento che un imprenditore è chiamato a pagare dopo l’avvio dell’attività". Molto preoccupante anche il quadro disegnato da Paolo Ercolani, titolare del ristorante ’’ La Cantina’’, a Spello, presidente dell’associazine dei ristoratori spellani ’Spello a tavola’ e membro del direttivo regionale di ’Cultura e gastronomia’ della la Cna. "Siamo di fronte ad aumenti pazzeschi – spiega Ercolani –, lo vedo non solo per la mia attività ma le conferme arrivano anche da tanti colleghi. Per l’energia elettrica le bollette sono praticamente triplicate. In tanti si sono ritrovati a passare da cifre di 1.500-1-800 euro a circa 4mila. Tutto questo mentre noi ci sforziamo di mantenere gli stessi prezzi per i clienti. Il fatto è che quando il ’socio di maggioranza’, che è lo Stato, si prende tutto...non può andare bene. Con tutte le tasse che paghiamo ci vorrebbero politiche di sgravio, di sostegno reale. I ristori del passato hanno aiutato un po’ ma non risolto. Quest’anno poi, anche se si lavora molto, quello che gira è un turismo ’povero’, la gente è tornata ad uscire ma non vuole spendere molto. Mi domando cosa succederà quest’inverno quando si aggiungerà anche il riscaldamento. Associazioni di categoria e sindacati devono mettersi attorno ad un tavolo e cercare di trovare soluzioni, idem per i politici. Se le attività continuano a perdere alla fine ci rimettono anche i dipendenti e questo non deve succedere. In questa fase ci stiamo mangiando i sacrifici di una vita, non si può più investire, la nostra categoria cerca di sopravvivere ma si boccheggia. Di questoo passo qualche locale comincerà a chiudere". Sulla stella linea Francesco Martellini, del ristorante ’’Il Cavaliere’’ di Foligno: "Lavorare si lavora – dice – ma l’aumento delle bollette dei costi, tra Covid e guerra, ci mette in una situazione difficile. Energia, gas e quant’altro sono diventati autentici flagelli. Noi stiamo tenendo fermi i prezzi ma i costi lievitano. Gli aiuti pubblici, penso ai ristori-Covid, non sono stati certo risolutivi"

Patrizia Peppoloni

Alessandro Orfei