Boccali: "Sanitopoli? Uno ’scandalino’ mediatico e politico..."

E’ uscito il nuovo libro dell’ex sindaco di Perugia in cui critica il Pd, parla della sconfitta del 2019 e di come rilanciare il partito

Migration

"Sono in giudizio Marini, Bocci, Barberini più altri 35. Anche se fosse il primo di più processi, l’impressione è che invece dell’elefante ’Sanitopoli’ ci troviamo di fronte il cagnolino ‘Concorsino’". Wladimiro Boccali, ex sindaco di Perugia, dice la sua sull’inchiesta giudiziaria che due anni fa ha sconvolto la politica e la sanità umbra. Lo fa con l’amico-compagno "ennese-sicano" Vincenzo Cimino ("conquistato dal socialismo dell’Appennino") col quale ha scritto il libro (Futura Edizioni) curato dalla giornalista-docente, Noemi Marziani "Perugia e l’Umbria, Nere per caso. Dialogo tra chi si incanta e chi pena sopra la Politica umbra degli ultimi decenni". Chi pena, manco a dirlo è Boccali, mentre chi si incanta (del Cuore Verde) è Cimino. I due analizzano l’attuale situazione politica umbra, i fatti per cui secondo gli autori si è arrivati al cambio di "colore" e quali possono essere le prospettive e le proposte affinché il centrosinistra torni al governo della Regione e delle principali città dell’Umbria.

Analisi in verità mai banale, a volte provocatoria, pungente. Ma "siamo di parte" ammettono gli autori, "e tali vogliamo restare". Una fetta del libro è dedicata proprio a Concorsopoli o Sanitopoli che dir si voglia, con Boccali e Cimino che parlano apertamente di "un ‘asse di colpevolisti che si sostiene su due capisaldi consolidati nel tempo: l’uno mediatico e l’altro politico". Proprio questo una dei motivi del successo della destra, dicono gli autori, che esprimono perplessità sulla reale portata dell’inchiesta: "Lo scandalaccio umbro se fosse tale dovrebbe avere riscontro in tutti gli altri ospedali della regione oltreché nelle Asl. Per cui siamo di fronte a una vicenda giudiziaria non umbra, ma semmai da circoscrivere all’ospedale Silvestrini". "Non si contestano vorticosi giri di corruzione – aggiungono –, non si contestano appalti truccati, o la mal gestione della sanità...". Affermazioni che faranno discutere non c’è dubbio. Ma come detto il libro non è solo questo, anzi. E’ molto altro.

Racconta di come la sinistra ha governato l’Umbria fino allo spartiacque del 2014, con la sconfitta di Boccali ad opera di Andrea Romizi, ammettendo responsabilità ("non avrei dovuto rincandidarmi") ma anche puntando il dito contro il suo partito, il Pd. "Romizi governa nel segno della normalità: niente sguardo al futuro, nessuna strategia innovativa" scrivono gli autori che non sono teneri con i Dem dopo le pesanti sconfitte riportate nel 2019 e nel 2020: "Il Pd oggi appare un partito bolso, dà segni di vita quando qualcuno denuncia il suo stato d’impasse o si fa chiacchiericcio sui bisticci interni da comari. In Umbria è sempre più un contenitore vuoto. Riempirlo di persone non può bastare, servono pensieri innovativi e iniziative trainanti per non rimanere ai margini". Dentro ci sono dure critiche a Catiuscia Marini (ma anche importanti riconoscimenti), o a Walter Verini che ha chiesto scusa per Sanitopoli. Senza risparmiare Donatella Tesei "che sul Pnrr ha preso i progetti che erano nei cassetti della Regione". Poi però si arriva alle proposte, all’analisi su come il Partito possa riprendersi, migliorare e rilanciare la società e l’economia umbra. "Il nostro obiettivo – concludono – è quello di suscitare una reazione per occuparci in tanti del Futuro già iniziato, ognuno per sua quota parte. Un segno di partecipazione è il nostro. Nulla di più, nulla di meno". Un libro da non perdere.

Michele Nucci