Beni culturali, nuovo flop del bando

Non si presenta ancora nessuno per l’affidamento di Teatro Mancinelli, Palacongressi e ufficio turistico

Nessuno vuole gestire i beni culturali di Orvieto. Anche il nuovo bando per l’affidamento del Teatro Mancinelli, del Palazzo dei congressi e dell’ufficio turistico di piazza Duomo che scadeva nei giorni scorsi è infatti andato deserto. Nessuna impresa ha infatti aderito alla proposta dell’amministrazione comunale che aveva già registrato un primo flop, nonostante le condizioni economiche dello stesso bando che prevedevano un sostegno da parte dell’ente pubblico al privato. La prima volta il bando era stato ignorato da due imprese specializzate nel settore che pure avevano manifestato interesse, a causa dei timori collegati all’incremento dei costi di energia elettrica e riscaldamento che rischiavano di essere fuori controllo dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.

Adesso invece il disinteresse da parte degli operatori privati non è ben chiaro a cosa sia dovuto, ma non si esclude che la formula di dover farsi carico di tre beni diversi tra di loro che presuppongono interessi pubblici e quindi strategie di gestione diverse abbia svolto un ruolo non secondario nel mancato successo dell’offerta pubblica. Ora per il sindaco Roberta Tardani e i suoi collaboratori sono giorni di riflessione sulla strada da intraprendere anche perchè sul tavolo ci sono tre beni strettamente collegati alle sorti economiche della città e l’opposizione comincia ad incalzare. Nei prossimi giorni si deciderà se fare un passo indietro rispetto ai difficili tentativi di “privatizzazione“ e ripristinare la gestione diretta da parte del Comune o se, al contrario, elaborare un nuovo bando, con condizioni diverse. In questo caso si dovrebbe in teoria valutare se affidare teatro, palazzo dei congressi e ufficio turistico con tre bandi differenziati, ma la scelta politica è stata finora sempre quella di considerarli come un insieme non divisibile anche perchè la possibile redditività dell’uno può compensare le difficoltà economiche dell’altro. Il problema però è proprio questo perchè un conto è gestire un teatro e un altro conto un centro congressi o un servizio turistico.

Il Comune vorrebbe avere a che fare con un solo interlocutore, ma di aziende così diversificate ce ne sono poche e forse sono necessari incentivi pubblici molto più consistenti rispetto a quelli messi in campo finora.

Cla.Lat.