Beatificazione di Carlo Acutis Don Provenzi vuole fare chiarezza

Il priore della cattedrale contro le voci che mettono in relazione il diffondersi del virus e l’evento "Il tracciamento ci dà ragione"

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Beatificazione di Carlo Acutis e diffusione del Coronavirus: girano troppe inesattezze, anche su social. Don Cesare Provenzi, priore della cattedrale di San Rufino e presidente delle Fondazioni ‘Santuario della Spogliazione’ e ‘Assisi Caritas’, mette i puntiiisulle "i"i, nell’incontro fra il vescovo Sorrentino e i sindaci della diocesi: la data del 10 ottobre è stata scelta dalla Santa Sede, sono stati contattati Prefettura e gli altri organismi competenti, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha dato l’assenso all’evento perché tutto è stato ‘tracciato’. "Non ci aspettavamo 41 mila persone in 19 giorni – dice don Provenzi -: non in un giorno come si va dicendo, e per questo abbiamo implementato le misure di sicurezza già predisposte. Sempre presenti le forze dell’ordine a cui va il nostro ringraziamento. Tra le persone che hanno seguito l’organizzazione dell’evento, ci sono stati solo tre positivi e il contact tracing ha mostrato che hanno contratto il virus da persone non legate alla Beatificazione. I focolai nel centro storico (Casoria, Serafico, Casa di riposo, comunità di religiosi, circa la metà dei contagi dell’acropoli – spiega don Provenzi – non sono partiti con la Beatificazione perché nessuno tra ospiti,i operatori e consacrati ha avuto a che fare con l’evento. Ritengo che la Beatificazione di Acutis sia una grande grazia per Assisi, soprattutto a livello spirituale e credo ci potranno essere effetti positivi, anche economici (ho visto che alcuni commercianti per lo più critici verso la beatificazione hanno già autonomamente realizzato gadget di Carlo). Come Fondazione abbiamo voluto mettere a frutto subito questa grazia avviando il progetto per aprire una mensa per i poveri proprio vicino al Santuario".

M.B.