"Una convenzione potrebbe aiutarci, non lasciate sole le famiglie degli autistici". Si rivolge alle istituzioni la lunga lettera con cui le famiglie di persone affette da autismo chiedono un sostegno concreto alle difficoltà che giornalmente incontrano. "Nella nostra Regione – spiegano – e soprattutto nel territorio del Trasimeno non esiste alcuna presa in carico seria e responsabile per l’autismo e nemmeno un servizio di Neuropsichiatria infantile che si occupi dei ragazzi con autismo e fornisca loro le terapie necessarie, per efficacia e quantità, e, per questo motivo, negli ultimi anni moltissime famiglie hanno iniziato un pellegrinaggio in tutta Italia. Solo negli ultimi mesi, più di dieci famiglie della nostra Associazione sono state costrette a recarsi nella Regione Marche (a Fano, al Centro per l’autismo) per ottenere dagli specialisti del servizio pubblico locale indicazioni e obiettivi terapeutici e gli esami di controllo necessari per una condizione che esige una incisiva e costante riabilitazione nell’età evolutiva per garantire ai nostri figli una qualità di vita accettabile".  Di recente è avvenuto un incontro tra il Presidente dell’Unione, la responsabile dell’Area sociale 5, e Alessandra Capponi coordinatrice dell’Associazione AltrEmenti insieme per l’autismo di Città della Pieve. AltrEmenti è riuscita a creare nel tempo come associazione del terzo settore e non a scopo di lucro, ossia la costituzione di un team di professionisti specializzati nell’autismo, con psicologi cognitivo-comportamentali, logopedisti, neuropsicomotricisti dell’eta’ evolutiva e terapisti.  "Naturalmente – spiega Capponi – la nostra Associazione non è in grado di offrire gratuitamente queste terapie ma i professionisti che collaborano con essa prestano il loro servizio alle famiglie iscritte con tariffa agevolata e regolare fattura che può essere detratta ma solo per il 19%. Quindi le terapie che dovrebbero essere garantite ai nostri figli dal Ssn non solo non lo sono ma le famiglie si trovano a sovraccaricarsi di un costo rilevante, con la conseguenza che chi non può permettersele non cura i figli". Durante l’incontro era stata prospettata la creazione di un presidio dedicato all’autismo nel Comune di Panicale e Alessandra Capponi, nell’attesa, aveva chiesto di stipulare una convenzione per sollevare le famiglie dal peso del costo mensile delle terapie. A oggi non c’è stato alcun seguito alla richiesta.

Cronaca

"Una convenzione potrebbe aiutarci, non lasciate sole le famiglie degli autistici". Si rivolge alle istituzioni la lunga lettera con cui le famiglie di persone affette da autismo chiedono un sostegno concreto alle difficoltà che giornalmente incontrano. "Nella nostra Regione – spiegano – e soprattutto nel territorio del Trasimeno non esiste alcuna presa in carico seria e responsabile per l’autismo e nemmeno un servizio di Neuropsichiatria infantile che si occupi dei ragazzi con autismo e fornisca loro le terapie necessarie, per efficacia e quantità, e, per questo motivo, negli ultimi anni moltissime famiglie hanno iniziato un pellegrinaggio in tutta Italia. Solo negli ultimi mesi, più di dieci famiglie della nostra Associazione sono state costrette a recarsi nella Regione Marche (a Fano, al Centro per l’autismo) per ottenere dagli specialisti del servizio pubblico locale indicazioni e obiettivi terapeutici e gli esami di controllo necessari per una condizione che esige una incisiva e costante riabilitazione nell’età evolutiva per garantire ai nostri figli una qualità di vita accettabile". 
Di recente è avvenuto un incontro tra il Presidente dell’Unione, la responsabile dell’Area sociale 5, e Alessandra Capponi coordinatrice dell’Associazione AltrEmenti insieme per l’autismo di Città della Pieve. AltrEmenti è riuscita a creare nel tempo come associazione del terzo settore e non a scopo di lucro, ossia la costituzione di un team di professionisti specializzati nell’autismo, con psicologi cognitivo-comportamentali, logopedisti, neuropsicomotricisti dell’eta’ evolutiva e terapisti. 
"Naturalmente – spiega Capponi – la nostra Associazione non è in grado di offrire gratuitamente queste terapie ma i professionisti che collaborano con essa prestano il loro servizio alle famiglie iscritte con tariffa agevolata e regolare fattura che può essere detratta ma solo per il 19%. Quindi le terapie che dovrebbero essere garantite ai nostri figli dal Ssn non solo non lo sono ma le famiglie si trovano a sovraccaricarsi di un costo rilevante, con la conseguenza che chi non può permettersele non cura i figli". Durante l’incontro era stata prospettata la creazione di un presidio dedicato all’autismo nel Comune di Panicale e Alessandra Capponi, nell’attesa, aveva chiesto di stipulare una convenzione per sollevare le famiglie dal peso del costo mensile delle terapie. A oggi non c’è stato alcun seguito alla richiesta.

"Autismo, famiglie lasciate sole"    

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