Amanda si scaglia contro Trump: «Non gli devo né lealtà, né il voto»

L’americana assolta dall’omicidio di Mez ribatte al presidente

IN TV Amanda Knox assolta insieme a Raffaele Sollecito dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher

IN TV Amanda Knox assolta insieme a Raffaele Sollecito dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher

Perugia, 6 maggio 2017 -  Innocente, libera e con l’incasso del libro sulla sua vicenda giudiziaria Amanda Knox, la ragazza d’America nota per essere stata arrestata, condannata e poi assolta per l’omicidio dell’inglese Meredith Kercher, non ci ha pensato troppo a rimandare al mittente l’accusa di ingratitudine. Anche se il ‘mittente’ è il suo neo-presidente Donald Trump. Che l’aveva sostenuta durante la prigionia, arrivando a chiedere di boicottare l’Italia in un tweet, proponendo di pagarle (cosa poi non avvenuta) le spese legali. 

«NON GLI DEVO la mia lealtà personale» è il messaggio perentorio di Amanda pubblicato in una lettera al Los Angelse Times. Tutto nasce da una confidenza di George Guido Lombardi al New York Times. L’imprenditore italoamericano – che ha un appartamento nella Trump Tower di Manhattan e vanta rapporti di amicizia e buon vicinato con il presidente, sia a New York che a Mar-a-Lago – aveva raccontato al giornale quanto il tycoon fosse arrabbiato per l’ingratitudine dimostrata da Amanda, colpevole di aver votato per la candidata democratica, Clinton. «Donald Trump – ha scritto Knox – mi è stato vicino durante la peggiore crisi e durante il momento più vulnerabile della mia vita, difendendo la mia innocenza quando ero sotto processo in Italia per omicidio. Ora è il presidente degli Stati Uniti e a quanto sembra è molto contrariato con me perché non ho votato per lui. Gli devo la mia lealtà?».

Parlando delle critiche che le sono state mosse per la sua presunta infedeltà e mancanza di riconoscenza verso Trump, la Knox ha spiegato che il fatto che Trump l’abbia appoggiata non vuol dire che lei debba essere dalla sua parte e condividere gli stessi valori. «Questa convinzione – continua – è dittatoriale e pericolosa. Se una persona mi sostiene non deve essere per la mia fede politica o identità, bensì per la convinzione che sono innocente». Amanda ringrazia ancora Trump per il sostegno, «ma la questione piu’ importante è: cosa devo alla mia nazione? Impegno civile, attenzione alle questioni che interessano i miei concittadini e sostegno alle politiche che meritano sostegno, anche se ciò dovesse far arrabbiare il presidente». La chiusura, polemica: «Solo nelle ‘repubbliche delle banane’ i leader politici distribuiscono favori ai cittadini in cambio del loro silenzio e del loro voto».

Eri. P.