All’Ast è cassa integrazione per 400 addetti

"Contrazione del mercato", spiega l’azienda. Intanto Confartigianato avverte: "Oltre 3mila imprese e 11mila posti di lavoro a rischio"

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Cassa integrazione per un massimo di 400 lavoratori all’Ast dal 16 al 30 settembre. Intanto Confartigianato Terni prevede oltre 3mila imprese a rischio e 11mila posti di lavoro in bilico sul territorio provinciale, lanciando un allarme sulla tenuta socio-economica dell’area. L’effetto dei rincari di energia, gas e materie prime produce i primi effetti in Acciai speciali Terni, per cui il gruppo Arvedi, all’indomani della visita allo stabilimento del ministro dello Sviluppo, giancarlo Giorgetti, annuncia il ricorso all’ammortizzatore. "Vista la contrazione del mercato di riferimento, che ha determinato il conseguente calo delle commesse di lavoro - spiega l’azienda in una lettera a sindacati e Confibdustria – , registratasi ormai da qualche tempo e proveniente soprattutto da parte della committenza abituale, nonostante gli sforzi profusi per reperire nuove ed alternative occasioni di lavoro, la società si trova nella condizione di dover ridurre la propria attività produttiva". L’ammortizzatore, "per un periodo presumibile di tre settimane", interesserà un massimo di 400 dipendenti circa, tra quadri, impiegati ed operai". L’azienda ha poi convocato le Rsu, spiegando loro le modalità di utilizzo della ’cassa’. Nell’area a caldo, come avvenuto dopo la fermata estiva, resta attiva una sola linea su due ma gli scarichi produttivi riguarderanno anche diversi altri reparti e impianti. Incerto il futuro prossimo " A una nostra specifica richiesta - sottolineano le Rsu –, l’azienda ci ha informato che oggi non c’è una visione chiara rispetto ai volumi produttivi dei prossimi mesi"

Non soffre solo la siderurgia, tutt’altro. "Nella provincia di Terni sono a rischio 3.078 piccole e medie imprese (19,4% del totale) e 11.057 addetti (21,8% del totale) – tuona Confartigianato – . Le dinamiche attuali dei prezzi sono economicamente insostenibili per le imprese, prevediamo problemi alla continuità produttiva già dall’inizio dell’autunno, con la connessa necessità di ricorso alla cassa integrazione: le imprese non ce la fanno più". "Da gennaio a oggi - spiega Luca Belli, coordinatore della categoria panificatori di Confartigianato – si sono verificati rincari continui delle materie prime che hanno percorso l’intera catena della produzione dei prodotti da forno (farine +70%, strutto +163%, lievito di birra +85%, mozzarella +40%). I panificatori sanno perfettamente che non è possibile ribaltare integralmente questi rincari sul prezzo di vendita dei beni essenziali per le famiglie e quindi sono a rischio gli equilibri economici delle imprese del settore. "Sarà un autunno difficile dal punto di vista sociale – avverte Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Terni - con imprese, da un lato, non più in grado di garantire lo stesso livello di produzione e di occupazione e con famiglie, dall’altro, che vedranno contrarsi i redditi e aumentare enormemente i prezzi al consumo. Il Governo e gli Enti locali devono porre in essere interventi immediati sui meccanismi di propagazione dell’inflazione e per sostenere le piccole e medie imprese".

Stefano Cinaglia