Allarme violenza di genere "Una chiamata al giorno"

Dati in crescita anche nel comune di Città di Castello quelli raccolti nell’ultim anno dal Centro: sono state 346 le richieste di aiuto da gennaio ad oggi

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Più di una chiamata al giorno per segnalare casi di violenza. Sono dati in crescita anche nel comune di Città di Castello quelli raccolti nell’ultimo anno dal centro Antiviolenza: 346 richieste di aiuto da gennaio ad oggi. "Ora servono finanziamenti strutturali e pluriennali che mettano davvero gli enti locali e la rete Antiviolenza nelle condizioni di garantire la risposta necessaria", ma anche il "reinserimento lavorativo per le donne vittime di violenza al centro di un tavolo con le associazioni di categoria".

Sono i dati e i punti fermi fissati ieri pomeriggio nel corso della seconda giornata di monitoraggio delle azioni a contrasto della violenza sulle donne in Altotevere, che si è svolta nella sala consiliare ed è stata l’occasione per presentare le azioni messe in campo dal comune di Città di Castello sulla base delle indicazioni emerse dal tavolo tecnico 2021. Dal primo gennaio 2022 ad oggi 346 chiamate ricevute dalle donne che poi sono state accolte e che ora stanno effettuando un percorso di fuori uscita dalla violenza: 39 erano prime chiamate; 284 i colloqui, 10 le consulenze legali, 35 le donne in carico al centro con percorso attivo. Le linee di intervento a contrasto della violenza sulle donne sono state implementate, da una a tre, grazie ad un finanziamento della Regione Umbria, in virtù dell’aumento di casi: al centro antiviolenza Medusa, si aggiungerà una progettualità che andrà a finanziare progetti per sostegno all’indipendenza economica delle donne inserite nel percorso di uscita dalla violenza e una terza linea che andrà a formare il personale delle scuole primarie in collaborazione con le direzioni didattiche. Il confronto di ieri è stato l’occasione per rendicontare a cittadini e operatori le azioni messe in campo contro la violenza di genere dal comune tifernate sulla base del tavolo tecnico 2021 e per fare un nuovo punto sulla situazione in Altotevere assieme a tutti i soggetti istituzionali, alla Usl Umbria 1, alle forze dell’ordine e di polizia, ai Cav, alle scuole, associazioni di categoria, sindacati, operatori di settore già presenti al tavolo lo scorso anno.

"Un grido di allarme emerge dal comune di Città di Castello al centro della rete antiviolenza – ha precisato l’assessore Letizia Guerri _ A fronte di un’emergenza sociale che cresce vertiginosamente devono crescere gli strumenti per fronteggiarla: la rete della violenza ha bisogno di finanziamenti strutturali e pluriennali che mettano in condizione gli enti locali di poter dare la risposta necessaria".