"Io picchiato e pestato tra la gente a Roma, nessuno mi ha aiutato"

Il perugino Andrea Patumi è stato aggredito in via del Corso: tre contro uno per rubargli l’orologio

Andrea Patumi con un passante poco dopo l’aggressione

Andrea Patumi con un passante poco dopo l’aggressione

Perugia, 10 agosto 2022 - "Prima dell’arrivo della Polizia ho dovuto combattere per cinque-dieci minuti. Mi è sembrato un tempo interminabile. Sono di stazza importante: la muscolatura robusta e forse anche un po’ di fortuna mi hanno salvato la vita. Comunque ci ho rimesso due costole". Tre contro uno. È successo a Roma in via del Corso. Andrea Patumi, perugino trapiantato a Milano, dove si occupa di moda e di marketing, è stato aggredito nella capitale in pieno centro. Era in compagnia di un’amica, stavano andando a cena. La ragazza è ancora sotto choc.

"Una serata come tante – racconta il manager - macchiata poi da un branco di rapinatori, che mi ha aggredito per rubarmi l’orologio. Sono riuscito ad evitare il furto ma sono finito in ospedale con due costole rotte". Una violenta aggressione avvenuta poco dopo la mezzanotte. Nonostante l’orario notturno erano presenti numerosi testimoni, ma come spesso accade in queste occasioni nessuno è intervenuto. "La gente, attirata dalle grida della mia amica, si è solo limitata ad avvertire la Polizia. Tutti immobili, nessuno ha mosso un dito. Sono stato colpito da dietro da un violento calcio alla schiena - dice ancora Patumi -. Nel giro di poco tempo sono arrivate altre due persone che mi hanno preso a calci e pugni cercando di sfilarmi l’orologio".

Il perugino però reagisce, nonostante una caduta in terra. "Mi continuano a picchiare. Poi Carolina ha cominciato ad urlare e chiedere aiuto. Sul posto sono quindi intervenute le volanti della polizia che hanno accertato l’aggressione a scopo di una tentata rapina. Ascoltati i testimoni gli agenti hanno cominciato le ricerche del branco, probabilmente stranieri visto l’accento. Quei delinquenti però nel frattempo si sono dileguati".

"Sono molto provato psicologicamente, più che il corpo è ferita la mente – ammette Andrea - : subire una violenza di qualunque genere essa sia non va bene. Non può diventare la prassi che ogni sera cittadini e turisti nelle città più belle del nostro paese debbano sentirsi in pericolo anche solo a camminare. È chiaro che a mente fredda, forse non rifarei quello che ho fatto. Avrei ceduto l’orologio. La gang poteva essere armata, non vale la pena rischiare la vita: è questo il mio messaggio. Ma in quel momento è prevalso l’istinto e anche il senso di responsabilità nei confronti della mia amica. Potevano aggredire anche lei e farle molto più male che a me".