"Affitti brevi sui portali: concorrenza sleale"

Federalberghi: "L’Umbria è al 14° posto in Italia. Il grande bluff degli annunci turistici crea evasione fiscale. È tempo di regolare il settore"

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Prolifera anche in Umbria (la nostra regione si colloca al 14° posto in Italia, con 8.327 annunci Airbnb) il fenomeno dell’affitto breve di appartamenti ad uso turistico gestito da privati. "Ebbene, è arrivato il momento di mettere in campo interventi urgenti per regolamentare un fenomeno dalle dimensioni enormi che crea concorrenza sleale ed evasione fiscale". Lo sollecita Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria.

"In provincia di Perugia, il capoluogo è al primo posto con 1.106 annunci, seguito – per rimanere alle prime posizioni - da Assisi con 672, Castiglione del Lago con 444, Spoleto con 405, Todi con 346. Nella provincia di Terni - va avanti Federalberghi - al primo posto si colloca Orvieto, con 336 annunci, seguito dal capoluogo con 177, Amelia con 156, Narni con 116 e San Venanzo con 102. Degli annunci totali in Umbria, ben l’82,9%, pari a 6.905, riguarda appartamenti interi, il 65,6% (5.464 annunci) offre disponibilità superiore ai 6 mesi e il 68.8% (5.728 annunci) sono pubblicati da host che gestiscono più alloggi. Questi tre dati – denuncia Fittuccia – testimoniano come nella maggior parte dei casi dietro “la foglia di fico” delle locazione in realtà gli appartamenti ad uso turistico operano a tutti gli effetti come strutture ricettive, e quindi devono essere soggetti alle stesse regole previste per alberghi, affittacamere e bed and breakfast.

"La nostra analisi mostra le 4 grandi bugie della cosiddetta sharing economy: più di tre quarti degli annunci si riferiscono ad interi appartamenti, quindi non c’è nessuna condivisione con il titolare; gli affitti brevi sono attività economiche a tutti gli effetti, perché oltre 23 sono

pubblicati da soggetti che gestiscono più alloggi; non sono affatto attività occasionali, dato che più della metà sono disponibili per oltre 6 mesi; non è vero che le locazioni tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta, poiché gli alloggi, anche in Umbria, si concentrano nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di strutture ricettive".

Federalberghi chiede dunque al Governo e al Parlamento, ma anche alla Regione, ai Comuni umbri e agli organi di controllo, ciascuno per la parte di loro competenza, "di mettere ordine nella giungla degli appartamenti ad uso turistico e di promuovere la trasparenza del mercato, nell’interesse di tutti gli operatori, perché l’evasione fiscale e la concorrenza sleale, attuate sistematicamente e in modo così diffuso, danneggiano le casse pubbliche, le imprese turistiche tradizionali e coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza".