REDAZIONE UMBRIA

Ad Amelia Doc «Du’etti de sonetti (and one meat balls)» con i Coffe Killers

Lo spettacolo andrà in scena giovedì alle 21.30 ai giardini di Palazzo Farrattini

PROTAGONISTI Il gruppo romano dei Coffe Killers

Amelia, 9 giugno 2015– Nel contesto di «Amelia Doc» (fino al 14 giugno) lo spettacolo «Du’ etti de sonetti (and one meatball)» dei Coffe Killers, letteralmente gli Ammazzacaffè, 5 romani per un appuntamento tra musica, sonetti romaneschi e cibo. Lo spettacolo andrà in scena giovedì sera alle 21.30 ai giardini di Palazzo Farrattini. Un’ora e poco più di sonetti romaneschi originali e musica della grande tradizione americana per immergersi nell’atmosfera di quella Roma mangereccia e godereccia, cinica e sarcastica, la Roma pungente e golosa che «o magna o parla de magnà». Il cibo, infatti, è il tema portante dello spettacolo, sia per la musica che per i sonetti.

Du’ etti de sonetti nasce un paio di anni fa da una bancarella al mercato di Santa Marinella, dove c’era un volumetto con alcuni sonetti del Belli che mi ha incuriosito. L’ho comprato e non ho più smesso di leggere e scrivere sonetti romaneschi dice Filippo Santi, autore.

«Belli, Trilussa ma anche Bartolomeo Rossetti, quello di Er Vangelo seconno noantri, o Nonna Minestra di Aldo Fabrizi, quello che sento più vicino a me come temi trattati, e girovita. In nessun modo voglio paragonarmi a loro, nemmeno per scherzo, ma leggendoli ho scoperto, o forse riscoperto, le grandi potenzialità comunicative del dialetto romanesco, la schiettezza, la sincerità, la franchezza sfacciata, l’andare dritti al punto senza giri di parole, una libertà d’espressione che la lingua italiana ha un po’ congelato nel tempo».

Lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and One Meatball) si focalizza solo sui sonetti a tema «cibo», ma in realtà i Du’ etti de sonetti parlano di tutto e di tutti, di cibo certo, ma anche di immigrazione, guerre, amore, morte, amici, vita di paese e pensieri sparsi. Sono una specie di diario segreto che un giorno Alessandro Sciortino ha deciso di rendere pubblico, al Festival della Letteratura di Città della Pieve. E così è nato lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and One Meatball), che ha da subito coinvolto: Alessandro Sciortino, che suona e canta, Marco Carnevale, unico lettore possibile di questi sonetti, Riccardo Cimino, unico compositore possibile per musicare questi sonetti, e Marco Re, unico sovrano ammesso in questa meravigliosa democrazia che sono i Coffee Killers, dove nessuno conta più degli altri, nessuno è più importante degli altri, nessuno è qualcosa senza gli altri, nessuno ha dà rompe…..…. (come direbbero i romaneschi). Amici prima di tutto, compagni di viaggio poi.

Lo spettacolo porta in scena la romanità e la internazionalizza accostandola a musiche americane, lontane nel tempo e nello spazio, e musiche italiane, più vicine sia nel tempo che nello spazio, tutte in qualche modo a tema cibo, dando vita a un vagabondaggio in versi ghiotti fra Trastevere e il Texas, un viaggio che parte da un’osteria, gira per il mondo, per poi tornare immancabilmente all’osteria. Perché i romani sono così, bello er monno, bello tutto, ma Roma è Roma.