Aborto, scoppia il caso "Costretta a vedere il feto"

Elisabetta Piccolotti di Sinistra Italiana denuncia la vicenda di una ternana. Il ministro Speranza: "Non ne so nulla, ma sarebbe illegale". La Regione smentisce

Donne costrette in Umbria ad ascoltare il battito del feto nell’interruzione di gravidanza? Al ministro Roberto Speranza non risulta; la Regione smentisce. Il caso, tutto da accertare, vede protagonista una donna ternana. La questione è stata sollevata alla Camera, in una conferenza stampa sulla legge 194, da Elisabetta Piccolotti, anima della sinistra regionale, già dirigente di Rifondazione Comunista e candidata di Sinistra Italiana. "Abbiamo segnalazioni – si legge un lancio Adnkronos della mattinata che riporta le dichiarazioni di Piccolotti – da parte di donne che volevano interrompere la gravidanza e da diverse associazioni femministe, che in Umbria sta accadendo come in Ungheria, dove le donne che intendono interrompere la gravidanza saranno costrette ad ascoltare il battito del feto. Chiediamo al ministero della Sanità di inviare ispettori per accertare se queste segnalazioni corrispondono al vero".

"A Terni in generale registriamo un clima che denota poco tatto verso le donne che intendono interrompere la gravidanza – spiega Piccolotti raggiunta telefonicamente –. Abbiamo ricevuto segnalazioni specifiche che riguardano il caso di una donna ternana, che è dovuta andare in un ospedale tre-quattro volte. Prima le è stato detto che il feto non si vedeva e che quell’accertamento serviva a verificare le possibilità di un aborto spontaneo. Le è stato anche detto che tale verifica poteva rendere la situazione più ’leggera’, invece questa donna l’ha trovata più pesante. Poi è dovuta tornare in ospedale altre volte, in attesa di ’vedere’ il battito del feto".

"E’ evidente che un solo racconto non basta - aggiunge ancora Piccolotti –, non denunciamo né l’ospedale, né la direzione sanitaria o i medici, vogliamo però che il ministero accerti le procedure seguite e nel caso si facciano nuove linee guide in coerenza con quelle dell’Organizzazione mondiale della sanità che stabiliscono che l’interruzione di gravidanza deve essere fatta nel piu breve tempo possibile". Il ministro Roberto Speranza, ieri proprio a Terni per un appuntamento elettorale, non ha "conoscenza diretta" di quanto denunciato, quindi "delle segnalazioni che in Umbria stia già accadendo quanto accade nell’Ungheria di Orban, e cioè che le donne che chiedono l’interruzione di gravidanza siano costrette ad ascoltare il battito del feto". "Ma se ci sono elementi va valutata un’ eventuale ispezione - ha aggiunto il ministro, secondo cui l’ascolto del battito del feto prima dell’aborto, "è uno scenario totalmente irricevibile, fuori dalla legge". Perentorio l’assessorato regionale alla Salute: "In nessuna Azienda sanitaria o ospedaliera della Regione Umbria risulta che le donne che chiedono l’interruzione di gravidanza siano costrette ad ascoltare il battito del feto. Trattandosi di una denuncia grave di un fatto che lede fortemente i diritti delle donne e tocca una tematica delicata,, sarebbe opportuno che coloro che hanno portato all’attenzione questa gravi fatti, li circostanziassero. In caso contrario la Regione si vedrà costretta a dover tutelare nelle sedi opportune tutti i professionisti e gli operatori che lavorano nel sistema sanitario regionale".

Stefano Cinaglia