Perugia, 30 giugno 2014 - IMMAGINA di salire sul treno per tornare a casa, dopo una giornata di lavoro. Varchi l’ingresso e in un secondo ti trovi al centro di una rissa. Con bottiglie che volano, calci, spintoni e cani che abbaiano e ti ringhiano contro. Dove dei ragazzi «mezzi nudi minacciano tutti i passeggeri», mentre altri vicino al finestrino «si tirano giù i pantaloni e fanno pipì» davanti ai tuoi occhi. Un incubo. Benvenuti nel treno dell’inferno. E non è un film dell’orrore, né un racconto del terrore di quelli che si leggono sui fumetti. E’ quanto accaduto venerdì sul treno regionale «3160» Firenze-Foligno. Oltre venti umbri sono rimasti «prigionieri» di un gruppo di vandali che sono saliti a Terontola e hanno creato scompiglio dentro alla carrozza.

A RACCONTARE l’accaduto e questa assurda storia è Lucia (che preferisce non rivelare il cognome). Lei, perugina, alle 18.30 è salita sul convoglio ad Arezzo insieme a suo figlio per rientrare a casa. Un viaggio di oltre un’ora che invece si trasforma in odissea, «terminata soltanto a sera alla stazione Fontivegge». «Siamo saliti ad Arezzo, ero con mio figlio piccolo — inizia a raccontare la donna —. Dop o poco tempo un gruppo di circa sessanta ‘punkabbestia’ ha iniziato a litigare finendo addosso ai passeggeri. La situazione è degenerata quando hanno fatto pipì davanti a tutti». Le famiglie e i pendolari si sono uniti, cercando di allontanarsi da quel caos. «Abbiamo cambiato carrozza, ma siamo stati anche seguiti da questi balordi che da quanto abbiamo capito si stavano recando a un rave party», spiega la perugina.
TERRORIZZATI, i pendolari hanno chiesto aiuto prima al controllore e poi con il cellulare hanno chiamato le forze dell’ordine. «Intanto ci siamo barricati dentro a uno degli ultimi vagoni, mentre i ragazzi prendevano a pugni il vetro per entrare. E’ stato terribile. Ma è possibile che succedano queste cose?», si interroga incredula la mamma perugina. L’ansia, la paura di sentirsi braccato. Poi anche il dramma: una bambina di sette anni ha assistito alle colluttazioni e si è sentita male. I familiari hanno chiesto aiuto e chiamato il 118. Il treno — da quanto si è appreso da fonti ospedaliere —, intorno alle 21 si è dovuto fermare a Passignano, per permettere al medico di intervenire. La ragazzina, in preda a una crisi di panico, è stata tranquillizzata. «Poi dopo oltre mezz’ora è risalita sul treno e siamo ripartiti per Perugia».

I PASSEGGERI hanno continuato a tenere gli occhi aperti, restando uniti e lontano dal gruppo di balordi. «Hanno sentito che abbiamo richiesto l’intervento di carabinieri e polizia e sono scesi tutti a Magione, per evitare le forze dell’ordine. Così quando il treno è giunto ala stazione Fontivegge, dopo le 22, non c’era più nessuno. Resta una storia assurda e tanta paura, abbiamo rischiato davvero grosso».