Narni, 29 aprile 2014 - ''Il razzismo al contrario? Qui non esiste. Agli italiani vogliono bene'': ad assicurarlo, dal Congo, e' Paolo Berrettini, allenatore narnese campione d'Europa con l'Italia under 19, ora selezionatore dei giovani del Paese africano. "Una sfida tecnicamente difficile ma voglio portare questi ragazzi a livello europeo e mondiale" dice il tecnico. Berrettini e' in Congo da gennaio, legato da un contratto triennale con il ministero dello Sport. Come selezionatore delle nazionali under 17 e under 20. Squadra, quest'ultima, con la quale e' reduce dal passaggio al secondo turno della Coppa d'Africa, dopo avere superato il Niger ai rigori. "Un'esperienza incredibile - racconta il tecnico - perche' all'andata abbiamo giocato con una temperatura di 47 gradi e al ritorno in casa davanti a 20 mila nostri spettatori. Alla fine mi hanno portato in trionfo - aggiunge sorridendo - e se non fosse stato per la polizia non so se ne sarei uscito vivo...".

A Brazzaville, la capitale del Congo, Berrettini alloggia in una grande villa. "Qui - sottolinea - si vive senza problemi particolari. Questo e' il terzo Paese dell'Africa, uno stato ricco per il petrolio e i diamanti. Ci sono ristoranti e discoteche lussuose. Con una folta comunita' italiana alla quale tutti vogliono bene".
Sul campo, invece, il lavoro e' piu' complicato. "E' una sfida difficile - spiega Berrettini - perche' bisogna ricostruire tutto. Con la under 20 pratico un 4-3-3. Ho sistemato bene la difesa mentre a centrocampo ho giocatori di qualita' che pero' corrono poco e davanti una punta brava ma che fatica a segnare. Qui sono tatticamente anarchici e abbiamo dovuto lavorare su concetti base quali la diagonale e il pressing. Bisogna poi impegnarsi per migliorare la mentalita' e il rispetto delle regole".

"Il difficile pero' viene adesso - sottolinea Berrettini - perche' stiamo cercando di costruire al meglio in vista delle olimpiadi africane del 2015". Anche se non lo dice espressamente, al tecnico umbro manca l'Italia. "Certo i chilometri sono tanti..." confessa. "Poi - aggiunge - c' e' il caldo, asfissiante. Qui si suda sempre e sono dimagrito sette chili. Ma il razzismo no - conclude Berrettini -, qui proprio non esiste".