Perugia, 22 luglio 2013 - Si svolge oggi a Mosca l'autopsia sul corpo di Andrea Antonelli, 25 anni, il motociclista della Classe Supersport morto nella giornata di domenica 22 luglio sul circuito moscovita dove si stava svolgendo una prova del campionato del mondo. La salma di Antonelli dovrebbe rientrare in Italia entro tre giorni. A Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, la famiglia e gli amici lo aspettano per l'estremo saluto. Una morte che lascia sotto choc il mondo del motociclismo e ripropone una volta di più il tema della sicurezza.

Intanto spunta un video amatoriale sulla morte di Andrea Antonelli. Immagini molto forti, che testimoniano quello che è successo. L'inquadratura è al lato pista e le immagini sono molto nitide. Si vede Andrea che cade sul rettilineo e pattina a causa della pioggia. Mentre scivola, prova a rialzarsi almeno con la testa quando su di lui piomba la moto del concorrente che lo travolge. Immagini molto forti, che comunque tentano di fare chiarezza sulla dinamica della tragedia. 

IL PADRE DI ANDREA APPENA RIENTRATO IN ITALIA - E' rientrato da Mosca a Castiglione del Lago dove risiede la famiglia il padre di Andrea Antonelli, il pilota di 25 anni morto ieri in un incidente nella gara Supersport di motociclismo corsa a Mosca. Nel paese umbro comunque ancora nessuna notizia su quando verranno fissati i funerali. A Castiglione del Lago la madre di Antonelli è chiusa in casa nel suo dolore. Il paese, che si affaccia sul lago Trasimeno, è oggi scosso. ''E' una tragedia che colpisce tutti - ha detto il sindaco Sergio Batino - perché a perdere la vita è stato un giovane che qui in tanti conoscevano. Credo che in questo momento, più delle parole debba essere il dolore ad avere spazio''. Il padre di Andrea Antonelli, Arnaldo, appena tornato nella casa di famiglia a Castiglione del Lago, intervistato dal TgR dell'Umbria, in lacrime, ha confessato il suo ''rammarico è stato di non essere riuscito a portarcelo'', in Superbike: ''Non potevi dirgli di non fare quello che faceva perché lui era così convinto di poter arrivare in Superbike''. ''Si meritava qualcosa di più - ha detto ancora Arnaldo Antonelli riferendosi al figlio morto ieri a Mosca - e lo sapeva. Lottava per questo''. Nell'intervista il padre del pilota ha ricostruito i momenti successivi all'incidente. ''L'ho visto - ha spiegato - quando lo portavano al centro medico. E' stato interminabile. Secondo me - ha concluso - era già morto''.

ESPOSTO DEL CODACONS - Sulla morte del pilota Andrea Antonelli, coinvolto ieri in un incidente durante una gara Supersport di moto sul circuito di Mosca, il Codacons comunica la decisione di depositare oggi un esposto alla Procura di Roma. ''Abbiamo deciso di chiedere alla magistratura italiana di aprire un'indagine sull'incidente che ha causato la morte di un cittadino italiano all'estero - si legge in una nota dell'Associazione - Chiediamo di procedere per il reato di omicidio con dolo eventuale, in relazione alle condizioni proibitive della pista al momento del decesso. La Procura deve accertare quindi se vi siano responsabilita' da parte degli organizzatori che abbiano in qualche modo contribuito a determinare la morte del pilota''.

Si legge nell'esposto dell'associazione: ''A determinare la tragedia sarebbero state le previste e persistenti e allarmanti condizioni meteorologiche, che, seppur impedivano ai piloti la visione della pista, non hanno impedito agli organizzatori di far disputare la gara, accettando il rischio del verificarsi di un evento, ampiamente prevedibile, poi verificatosi, ovvero la morte del pilota italiano.

Ad avvalorare la tesi della mancanza di sicurezza e dell'impraticabilita' della pista a causa delle forti piogge, la circostanza secondo cui, a detta dei gestori dell'impianto, la pista di Mosca non avrebbe l'asfalto drenante perche' con le infiltrazioni dell'acqua e l'abbassarsi delle temperature in Russia si creperebbe l'intero manto stradale.

Alla luce di quanto evidenziato, per la dinamica dell'incidente, per le dichiarazioni dei piloti, per le caratteristiche della pista priva dell'asfalto drenante, per le piogge torrenziali, la scelta degli
organizzatori e dei gestori dell'impianto di volere, comunque, che i piloti scendessero in pista, pur prevedendo e accettando il rischio e la probabilita' del verificarsi della tragedia poi verificatasi, lasciano
emergere forti responsabilita'''.