Assisi (Perugia), 9 luglio 2012 - In giunta niente quote rosa. E il caso di Assisi finisce in parlamento. Dopo la sentenza del Tar dell'Umbria che aveva rilevato la 'carenza' di donne, il Comune guidato da Claudio Ricci riconferma: zero donne al governo della città. Ora tre deputate Pd (Sereni, Amici, Concia) e una di Fli (Perina) hanno presentato un'interrogazione ai ministri dell'Interno e delle Politiche sociali (due donne, Cancellieri e Fornero) per chiedere se ritengono ''che la riconferma degli stessi componenti sia da considerarsi rispettosa della normativa in materia di pari opportunità tra donne e uomini''.


Le quattro parlamentari - riferisce un comunicato - ricordano che Ricci il 2 luglio scorso ha ''riconfermato una giunta interamente al maschile già dichiarata illegittima dal Tar dell'Umbria a seguito del ricorso presentato da alcuni consiglieri comunali, semplici cittadini e associazioni di donne, per violazione del principio della pari opportunità''.


Secondo le firmatarie dell'atto, ''Ricci sembra ignorare di proposito le tante norme, a partire da quelle costituzionali, che in Italia, come in altre democrazie moderne, sono volte ad eliminare ogni distinzione, esclusione o limitazione basata sul sesso''. Da qui la richiesta al Governo delle quattro parlamentari ''di porre attenzione, ferme restando le pronunce degli organi competenti sulla legittimita' degli atti, al comportamento del sindaco di Assisi e, per quanto di competenza, di adottare ogni utile iniziativa volta a ripristinare la tutela di quello che e' un principio di civilta', prima ancora che un principio del nostro ordinamento giuridico''.


Ricci ha sempre rivendicato la legittimità delle proprie scelte per la composizione della giunta comunale, facendola derivare dal consenso popolare ricevuto in primo luogo dallo stesso sindaco e poi dai consiglieri chiamati a far parte della giunta.