Perugia, 8 aprile 2012 -   Gli investigatori della squadra mobile della questura perugina oggi - giorno di Pasqua -  sono al lavoro:  stanno cercando di ricostruire quanto accaduto nella villetta bifamiliare alla periferia di Perugia dove venerdi' scorso sono stati trovati morti Sergio Scoscia, di 52 anni, e la madre Maria Raffaelli, 74.

Saranno gli esami autoptici sui due corpi, disposti per martedi' prossimo, a chiarire le cause della morte: sul corpo dell'uomo sono stati trovati segni di colpi con un corpo contundente, mentre la donna, che aveva anche
un foulard legato al collo, potrebbe essere morta in seguito a un malore.
 

La scena del crimine - secondo quanto ribadito in questura - si presenta come particolarmente complessa.
Oggi la scientifica e' tornata nell'abitazione di Cenerente per un nuovo sopralluogo. Secondo quanto si e' potuto apprendere in questura, sono numerosi gli elementi raccolti dagli investigatori e ritenuti utili all'indagine,
sulla quale, tuttavia, viene mantenuto uno stretto riserbo.
 

Al momento, in questura viene sottolineato che tutte le piste restano aperte e quella della rapina finita tragicamente resta una delle ipotesi.

Tra le possibilita' al vaglio della squadra mobile perugina - diretta da Marco Chiacchiera - quella che i responsabili dell'accaduto siano penetrati in casa da una finestra di un bagno, sul retro del casolare.
La Raffaelli e il figlio vivevano da soli dopo la morte del padre una quindicina di anni fa. La famiglia aveva gestito fino ad allora un'attivita' orafa e Scoscia (che qualche tempo fa  aveva subito un tentativo di rapina)
continuava a fare piccoli lavori di manutenzione per una gioielleria di Gubbio e lavorava anche come bracciante agricolo.