Perugia, 23 settembre 2011- "Sono innegabili le tracce della loro presenza in casa, nel corridoio, nel bagnetto e nella stanza del delitto'', queste le parole del pubblico ministero di Perugia Giuliano Mignini, all'inizio della sua requisitoria nell'ambito del processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il magistrato ha poi chiarito: ''I due ragazzi si conoscevano da una settimana, pensate quante volte Raffaele Sollecito sarà andato in casa di via della Pergola e in camera di Mez'', ha detto riferendosi alla presenza del Dna di Sollecito sul gancetto del reggiseno di Meredith Kercher, che secondo la difesa sarebbe finito lì per contaminazione.

Mignini ha precisato che ''il sangue di Mez era stato portato sul pavimento del corridoio e su quello del bagno da Amanda e Raffaele. C'erano le impronte dei loro piedi. E loro due c'erano in quella stanza, altro che. Tali risultati non si toccano più'' . Il pubblico ministero ha anche ricordato quello che per l'accusa sono ''versioni implausibili'' rese dagli imputati all'inizio delle indagini. ''La Knox- ha affermato ancora Mignini - messa alle strette dalla polizia perché aveva saputo che Raffaele l'aveva sganciata, aveva accusato Patrick''.
 

Mignini inoltre sembra deluso. L'oblio che ha circondato la figura di Meredith Kercher contrasta con l'esaltazione mediatica che invece è piombata addosso ad Amanda e Raffaele. Questa è l'opinione del pubblico ministero che ha dichiarato: ''Io mi ricordo ancora gli occhi sbarrati di questa ragazza, mi sono rimasti impressi e me li porterò dietro per tutta la vita''.

In apertura della sua requisitoria nell'udienza odierna del processo d'appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher in corso a Perugiail pm ha dichiarato di aver sentito un'affermazione del giudice relatore, ''un'affermazione che mi ha meravigliato - ha specificato - cioè che in questo processo l'unico fatto certo sia la morte di Meredith Kercher''. Il pm Giuliano Mignini ha tenuto a precisare che invece ''qualcosa come 32 giudici hanno, a vario titolo, riconosciuto la fondatezza della tesi accusatorio contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il pm per primo - ha detto ancora - all'epoca non avrebbe esitato un istante a chiedere l'archiviazione se lo avesse ritenuto, come ho fatto per Patrick''.