Perugia, 29 maggio 2011 "Jacopo no, Jacopo no. Jacopo vieni dalla tua mamma". E' un urlo straziante quello che questa mattina si sentiva provenire dalla camera mortuaria dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. L'urlo di Eva, la giovane mamma albanese del piccolo Jacopo, il bambino di 11 mesi morto ieri mattina dopo essere rimasto chiuso per circa tre ore nella macchina del padre, nel parcheggio antistante il club velico di Passignano sul Trasimeno, dove l'uomo lavora come factotum.

Questa mattina, su autorizzazione del magistrato che sta seguendo la vicenda, Mario Formisano, la madre di Jacopo e il padre, Sergio Riganelli, 41 anni, hanno potuto rivedere il loro bambino, probabilmente per l'ultima volta fino a quando non verra' effettuato l'esame autoptico sul corpicino. Nella saletta antistante la camera mortuaria erano presenti stamani anche alcuni parenti e amici della coppia, tutti visibilmente commossi e sconvolti.

La madre del piccolo, all'interno insieme al marito, continuava ad urlare il nome del suo bambino.

"Jacopo no, Jacopo no", una sorta di cantilena straziante. "Non è possibile, non è possibile - si continuava a sentire per i corridoi dell'obitorio -. Jacopo sei qui, Jacopo mi devi sentire. Jacopo ascoltami, vieni dalla tua mamma, vieni da me, non è possibile".

La donna ha più volte pronunciato anche il nome del marito Sergio, un padre distrutto dal dolore, che questa mattina sembrava avere lo sguardo fisso nel vuoto. Da parte sua nessuna parola, nessun urlo, solo il volto sconvolto dalla sofferenza. Dopo essere rimasta allungo accanto al loro bambino, la coppia ha poi lasciato insieme l'obitorio, sorretti dagli amici e dai parenti presenti.

Commosse anche alcune persone che questa mattina si trovavano all'obitorio. "Che Dio aiuti questa povera mamma" ha pronunciato una donna in lacrime mentre udiva le urla di Eva. L'autopsia sul corpo di Jacopo non
sarà svolta oggi pomeriggio come inizialmente si era appreso, ma probabilmente lunedi' prossimo.

Anche Sergio Riganelli sarà sentito nei prossimi giorni dai carabinieri.

L'uomo è stato indagato dalla procura di Perugia per omicidio colposo, una sorta di atto dovuto anche in vista dell'esame autoptico. Anche sei gli investigatori sembrano certi che si sia trattato di un tragico incidente, ci sono ancora alcuni dettagli da chiarire nella vicenda. Uno di questi che l'uomo ieri mattina, dopo aver accompagnato la moglie al lavoro, avrebbe dovuto portare il bimbo all'asilo, prima di recarsi al club velico.

(AGI)

 

PARLA IL PARROCO DEL PAESE

"Ora devono stringersi fra di loro e non addossarsi colpe": è l'accorato monito di Don Gianni, il vice parroco della parrocchia di S.Cristoforo, dove quattro mesi fa era stato battezzato Jacopo, il bimbo di undici mesi morto ieri dopo essere stato lasciato per ore nell'auto del padre, a Passignano sul Trasimeno.

Don Gianni non conosce personalmente i genitori di Jacopo (il parroco in questi giorni è in ospedale per un piccolo problema di salute), ma andrà a far loro visita appena possibile con un messaggio, ha spiegato:
"E' la forza della speranza cristiana che li deve tenere insieme, in virtù della fede che hanno condiviso, anche in occasione del loro matrimonio"

 

UN PAESE IN LUTTO

il club velico di Passignano sul Trasimeno è in lutto per la tragedia accorsa al factotum della struttura Sergio Riganelli, l'uomo che ha 'dimenticato' il figlio nel parcheggio del club, chiuso per ore nell'auto

Stamani lo stabilimento è ancora chiuso per lutto, come indica un cartello affisso sul cancello. Intorno, poche persone, con poca voglia di parlare di questa tragedia.

Ma è un'intera cittadina in lutto. Tra gli abitanti del paese sulle rive del lago Trasimeno sono in pochi che accettano di scambiare qualche parola con i giornalisti, solo per ricordare quella il piccolo Jacopo e descrivere la sua famiglia come  bella e brava, con i genitori attaccatissimi al figlio.

Chiuso agli estranei, stamani, anche l'asilo Sacro Cuore che il piccolo frequentava. Sulla porta c'è un cartello che dice: ''A seguito del grave lutto che ha colpito l'asilo chiediamo a tutti quanti un rispettoso silenzio. Di
evitare pettegolezzi e inopportune domande. Grazie''.