Terni, 24 marzo 2011 - Ha ucciso la compagna davanti ai loro due figli, di 3 e 7 anni. Una lite, l’ennesima, stavolta violenta, sfociata in un’immane tragedia familiare. Giuliano Marchetti, 43 anni, ha imbracciato il fucile da caccia, regolarmente detenuto, e ha fatto fuoco sulla convivente, Marianna Vecchione, 36 anni, che non ha avuto scampo.

 

Il dramma si è consumato intorno alle 14.30, nell’appartamento al terzo piano di via Brodolini 10 dove viveva la famiglia. L’uomo si è quindi lasciato alle spalle il cadavere della donna e i due bambini, ha chiuso la porta di casa, è uscito e ha girovagato per quasi un’ora per poi presentarsi in questura, al corpo di guardia: "Ho appena ucciso la mia compagna".

 

Gli agenti delle volanti e della squadra mobile, con gli adddetti del 118, si sono catapultati sul posto, hanno suonato il campanello e si sono visti aprire la porta dell’abitazione dalla più grande dei due figli, una bimba di 7 anni lasciata sprofondare nel terrore. L’altro, appena 3 anni, al momento della tragedia dormiva e non l’avrebbe svegliato nemmeno lo sparo.

 

Uno, quello che ha centrato Marianna uccidendola sul colpo, altri due quelli esplosi dall’uomo durante la lite. Per lui, fino a tarda serata ascoltato in questura dagli inquirenti, l’accusa è omicidio volontario. Alla vista delle macchine della polizia e del 118, la popolosa zona di via Brodolini, alla periferia della città, pian piano è calata nell’incubo.

 

Marianna, lì, la conoscevano tutti. Praticamente c’era nata, poi dopo il matrimonio, finito, vi era tornata a vivere con il nuovo compagno regalandogli questi due splendidi bambini. Dal primo matrimonio aveva avuto una figlia ora quattordicenne, che frequenta il primo anno delle superiori e che dalla nascita ha dovuto fronteggiare dei problemi seri. Marianna non l’ha lasciata mai sola. Nello stesso stabile abita anche la mamma della vittima, la prima a tendere una mano ai due piccoli, in uno strazio infinito.

 

"Bellissima", di Marianna lo dicono tutti in via Brodolini. Lavorava come cameriera, girava da un locale all’altro, dove la chiamavano, soprattutto in uno di Stroncone. Si dava da fare per i suoi tre figli ancora da crescere. Giuliano si era ritagliato il suo spazio in un catena della grande distribuzione, "è un capetto", ricordano i vicini. Già, ma con Marianna le liti si erano fatte sempre più frequenti. Non tanto, comunque, da far trapelare la cosa fino a renderla di dominio pubblico. In molti, infatti, li ricordano "sempre insieme e sorridenti".

 

Non ieri, appena dopo pranzo. E ci sarebbe il tarlo della gelosia dietro la follia criminale dell’uomo. Tra i due sarebbe divampata una lite, stavolta particolarmente violenta. Una vera e propria colluttazione: in questo senso i segni trovati in casa. Fino allo sparo. La mamma aveva appena addormentato il figlio più piccolo quando l’ennesima discussione si è trascinata nel dramma, davanti agli occhi atterriti della figlioletta. Il corpo della vittima sarebbe stato trovato in camera da letto, bocconi. Sul posto il sostituto procuratore della Repubblica, Barbara Mazzullo, e il dirigente della squadra mobile Tommaso Niglio, che conducono le inndagini, gli agenti delle volanti, gli addetti del 118, il medico legale Fabio Suadoni.

 

La casa è stata passata al setaccio dal personale della scientifica, per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto. Gli inquirenti stanno approfondendo anche il movente, che resta comunque legato alle liti di coppia e alla gelosia. Sequestrata l’arma del delitto. L’uomo teneva il fucile da caccia in un armadio.

 

I familiari di Marianna, uno dopo l’altro, varcano l’ingresso dello stabile. Tutto intorno il quartiere piomba nello sconcerto e nella rabbia.