Perugia, 18 dicembre 2010 - La Corte d'Assise d'Appello di Perugia ha disposto una nuova perizia genetica sul coltello ritenuto l'arma del delitto di Meredith Kercher (sul quale sono state rilevate tracce di Dna attribuite dalla polizia scientifica ad manda e Meredith) e sul gancetto del reggiseno della vittima dove è stato isolato il Dna di Sollecito. La Corte ha quindi così accolto parte delle richieste avanzate dalle difese dei due ex fidanzatini. I giudici hanno inoltre disposto l'ascolto di nuovi estimoni.

 

Secondo quanto disposto dalla Corte la perizia dovrà essere svolta se possibile dirattamente attraverso l'esame dei reperti o, in subordine, valutando il grado di attendibilità egli accertamenti genetici eseguiti dalla polizia scientifica, con eventuali riferimenti anche in relazione alla contaminazione. I periti nominati dalla Corte saranno Stefano Conti e Carla Vecchiotti dell'Università La Sapienza di Roma. L'udienza è stata quindi rinviata al 15 gennaio prossimo per l'affidamento dell'incarico agli esperti. I giudici si sono invece riservati sull'eventuale ascolto come testimoni di Mario Alessi e Luciano Aviello, mentre ha accolto la richiesta della difesa di Sollecito di sentire tre nuovi testimoni che smentirebbero le dichiarazioni del senzatetto Curatolo.

 

Sono scoppiati in un pianto liberatorio, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, dopo aver ascoltato la decisione della Corte d'assise d'appello di Perugia di riaprire l'istruttoria dibattimentale e disporre una nuova perizia sulle tracce di Dna isolate su coltello ritenuto l'arma del delitto di Meredith Kercher e sul gancetto di reggiseno della vittima. Raffaele ha poi rivolto un sorriso a uno dei suoi legali, l'avvocato Luca Maori. In aula erano presenti anche il padre e la sorella di Raffaele e la madre e il patrigno di Amanda.

 

Se non sarà possibile attribuire il Dna presente sulla presunta arma del delitto e sul gancetto di reggiseno tramite un nuovo accertamento tecnico, i periti della Corte d'assise d'appello dovranno valutare ''in base agli atti, il grado di attendibilità degli accertamenti genetici eseguiti dalla polizia scientifica sui reperti suddetti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni''. Lo si afferma nell'ordinanza letta oggi in aula dai giudici. Per la perizia, il collegio ha nominato il professori Stefano Conti e Carla Vecchiotti, dell'istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma. A loro l'incarico sara' conferito il 15 gennaio prossimo.

 

 ''Finalmente, dopo tre anni, comincia il processo'': a dirlo al termine dell'udienza di oggi a Perugia è stato l'avvocato Luca Maori, uno dei difensori di Raffaele Sollecito. Il legale ha parlato di ''grande vittoria''. ''Ritengo - ha detto l'avvocato Maori - che la Corte abbia finalmente capito quali siano le ragioni per le quali ci siamo battuti dal primo momento: dimostrare l'assoluta innocenza di Raffaele e la sua estraneità ai fatti''.

 


Riguardo al sorriso di Sollecito dopo la decisione della Corte, il suo difensore ha sottolineato che ''finalmente dopo tre anni abbiamo qualcosa di veramente positivo''. ''Con l'ordinanza di oggi - ha concluso l'avvocato Maori - la Corte d'assise d'appello ha stabilito quello che noi abbiamo sempre detto: che cioe' l'impianto accusatorio di primo grado altro non era che un gigante con i piedi d'argilla''.