Perugia, 30 ottobre 2010 - Aveva già minacciato la moglie, puntandole un coltello da cucina alla gola. E probabilmente, se non ci fosse stata la direttrice dell’asilo, sarebbe potuto accadere qualcosa di molto grave al figlioletto di due anni. Il piccolo, comunque, è stato minacciato di morte dal padre, sofferente di crisi depressive e denunciato dalla squadra volante per le intimidazioni e i maltrattamenti in famiglia. Il soggetto in questione è un albanese residente a Perugia. Secondo la ricostruzione della polizia, l’indagato ha raggiunto l’asilo che frequenta il piccolo ma l’insegnante, che aveva già avuto occasione di parlare telefonicamente con la madre, è riuscita con una scusa a non consegnare il bambino allo straniero. Il genitore — secondo quanto si è appreso — è arrivato all’asilo già in «stato di agitazione».

 

L’uomo, come detto sofferente a causa di alcune crisi depressive, è stato denunciato dalla moglie. Quest’ultima — è spiegato in un comunicato della questura — è stata percossa dal marito con pugni in testa. In una circostanza — ha raccontato agli agenti — è stata anche minacciata di morte con un coltello da cucina che le è stato puntato alla gola. L’episodio sarebbe avvenuto — sempre secondo quanto sostenuto dalla donna agli investigatori — in presenza del loro bambino di appena due anni.

 

Quando l’uomo è arrivato al portone dell’asilo e ha iniziato a parlare con la direttrice — è questo il fatto che ha innescato la denuncia e le indagini degli agenti della squadra volante, diretta dal commissario Walter Allegria —, la dirigente è riuscita a tergiversare avanzando delle scuse. L’uomo, dunque, non è riuscito nell’intento di prendere il bimbo. Soltanto dopo sono intervenuti i poliziotti e sono stati svolti gli accertamenti, soprattutto sulla base delle dichiarazioni della moglie dell’indagato.