Perugia, 7 luglio 2010 - Avrebbe riconosciuto il figlio Simone "dagli occhi, dalla bocca e dalla voce". "Ad uccidere mia moglie Marisa Radicchia sono stati tre uomini incappucciati, tra di loro c'era anche mio figlio Simone": lo ha detto stamani ai giudici della Corte d'assise d'appello di Perugia Alberto Pietrini, già condannato all'ergastolo per l'omicidio della donna, avvenuto a Casacastalda nel 2008.
Secondo la ricostruzione di Pietrini, accusato di aver assassinato la moglie con 17 coltellate, lui stesso sarebbe stato ferito ad una mano "da uno degli uomini incappucciati" con un "ferro", un oggetto contundente non meglio specificato, prima di svenire. "Una volta che mi sono ripreso - ha concluso Pietrini, detenuto nel carcere di Milano e accompagnato a palazzo di giustizia in sedia a rotelle - ho visto la mia compagna a terra, il sangue. Poi ricordo di essermi svegliato in ospedale".
Il racconto dell'uomo non ha coinvinto il sostituto procuratore Roberta Barberini, che ha chiesto alla Corte d'assise d'appello di Perugia la conferma della condanna all'ergastolo per Alberto Pietrini.
Dopo due ore di camera di consiglio è arrivata la sentenza. Confermata in appello la condanna all'ergastolo inflitta ad Alberto Pietrini, il cinquantanovenne accusato di avere ucciso nel 2008 a Casacastalda Marisa Radicchia, la moglie dalla quale era separato. I giudici hanno anche confermato la custodia cautelare in carcere per l'imputato che si è proclamato estraneo al delitto.
Pietrini ha assistito alla lettura del dispositivo e quindi ha lasciato l'aula della Corte d'assise d'appello di Perugia in carrozzina sulla quale si trova per le sue condizioni di salute.
Il difensore dell'imputato, l'avvocato Leonardo Romoli, che oggi aveva chiesto l'assoluzione del suo assistito, ha già annunciato ricorso in Cassazione contro la sentenza.
Gli avvocati Walter Biscotti e Morena Bigini, che hanno rappresentato come parte civile i figli di Pietrini, Simone e Venusia, hanno espresso "soddisfazione per la conferma dell'ergastolo". "Anche in virtù - hanno aggiunto - delle sconcertanti dichiarazioni rese dall'imputato che ha mostrato anche oggi il suo vero volto. Quello di un assassino che pur di sottrarsi all'ergastolo è stato capace di accusare il figlio".
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