Perugia, 13 aprile 2010 - E’ finita così, per adesso, l’udienza per direttissima davanti al giudice Marco Verola nei confronti dei tre giovani arrestati dalla squadra mobile sabato sera durante i controlli in centro. Durante l’ennesimo scontro diretto con la polizia in piazza. Due episodi in appena una settimana. Quanto basta perché l’acropoli diventi un’emergenza.

 

I giovani - difesi dagli avvocati David Zaganelli, Alfonso Caprioli e Paola Lai - sono accusati di resistenza aggravata e oltraggio a pubblico ufficiale e sono stati denunciati anche per rifiuto di indicazioni della propria identità personale. Non avrebbero infatti voluto esibire i documenti agli agenti. "Non ti do niente, per quale motivo ti devo dare i documenti? Non ho fatto niente e non siamo in uno stato di polizia" urlava Michela Nardi, spoletina, la studentessa che si è rifiutata anche in questura, una volta arrestata, di dire chi era.

 

"Allora non avete capito, io i documenti non ve li do. Non fate i sapientini. Andate ad arrestare i mafiosi, siete solo dei frustrati". Accuse, insulti, offese. Gli indagati - conosciuti come frequentatori dei centri sociali, in particolare l’ex ‘mattatoio’ - non avrebbero risparmiato nessuno nel momento concitato dell’operazione. La ricostruzione di quanto accaduto sabato notte è stata fatta in aula. Durante i controlli effettuati in piazza IV Novembre - sono state identificate 25 persone fra cui stranieri e pregiudicati che entravano e uscivano dai locali pubblici con bicchieri di birra in mano, molti dei quali già in evidente stato di ebbrezza alcolica - la situazione si è scaldata quando agli agenti è stata lanciata addosso della birra.

 

Inizialmente i poliziotti con tanto di placca di riconoscimento addosso si sono avvicinati a Fanò e Nardi. Dopo varie offese e frasi provocatorie ("se c’è una legge che dice di dare i documenti sono io che valuto se seguirla oppure no"), l’atmosfera è diventata incandescente. "La loro reazione sconsiderata iniziava a provocare un effetto a catena tra i presenti - è stato sottolineato durante la relazione dei poliziotti - , i loro amici, che iniziavano a spalleggiarli ingiuriando ed accerchiando gli operanti".

 

Agli insulti sono seguite le spinte: un "gruppo sempre più numeroso di soggetti impedivano l’accompagnamento dei giovani Nardi e Della Torre verso le auto di servizio". Anche Fanò avrebbe aggredito gli agenti cercando di liberare l’amico e la sua fidanzata, "che non si è riusciti ad identificare per evitare ben più gravi problemi d’ordine pubblico". In questura è risultato che i tre arrestati - che "al momento del controllo presentavano i sintomi tipici dell’alterazione alcolica" - hanno precedenti di polizia (a vario titolo) per violazione alle disposizioni su riunioni in luogo pubblico, grida e manifestazioni sediziose. Al termine dell’udienza di convalida i legali avevano sollecitato la scarcerazione, il pm Michela Turchetti aveva invece chiesto la convalida dell’arresto e gli arresti domiciliari.