Perugia, 22 dicembre 2009 - L’avvocato Nicodemo Gentile parla per quasi quattro ore davanti alla Corte d’assise d’appello di Perugia e, alla fine, sottolinea che comunque Guede "è incensurato, è giovane, ha una situazione personale e familiare difficile, non ha calunniato nessuno e non ha ucciso (non è ritenuto nemmeno dall’accusa l’autore materiale del delitto ndr)". "Non è un bugiardo - aggiunge - ed è l’unico che ha collaborato, dicendo tra l’altro di avere visto Amanda Knox nella casa del delitto".

 

Il legale racconta che è stato Guede a domandargli perchè nessuno abbia chiesto per lui le attenuanti (dalle quali deriverebbe una forte riduzione della pena) che sono state invece concesse a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox nel processo di primo grado hanno loro evitato l’ergastolo. "Non sono fortunato in questo processo" è stato il suo commento. Ma il legale non si attacca tanto alla sentenza nei confronti dei coimputati (26 e 25 anni di reclusione), cita invece altri casi trattati dalla Corte d’assise d’appello di Perugia che ha riconosciuto le attenuanti ad altri imputati di omicidio.

 

Così fu per Lorenzo Bitini, 35 anni, l’ex guardia giurata che l’antivigilia di Natale del 2003 ammazzò a colpi di pistola Michela Falleri, 26 anni e un’unica "colpa": averlo lasciato. Dei 30 anni inferti dal gup la Corte ne scontò ben 12. Diciassette anni e quattro mesi fu invece la pena comminata sempre in secondo grado a Luigi Battista, l’assassino reo-confesso del barbiere Furio Brancaleoni di Gubbio. L’ultimo caso citato dalla difesa Guede è quello di Giovanni Pierini condannato a 18 anni per l’omicidio dell’albanese Fation Bushaj e del tentato omicidio del rumeno Moise Marian.


Il procuratore genrale in udienza Pietro Catalani si infuria ed è pronto, oggi, a replicare sul punto. L’accusa infatti aveva chiesto alla Corte di non concedere il beneficio di legge all’imputato che ha sempre mentito. L’altro difensore di Guede, l’avvocato Walter Biscotti ricorda, durante l’arringa, che il giovane ha "parlato per 35 ore" negli interrogatori ai quali è stato sottoposto a Coblenza, davanti al gip e al pm.

 

"Non ha mai cambiato versione - aggiunge - come invece ha fatto il pubblico ministero. Guede ha sempre riferito di avere visto in casa di Meredith una figura maschile ma di non averla riconosciuta. Oggi, alla luce della sentenza che c’è stata, possiamo dire che quella figura era Sollecito". In aula anche l’ex allenatore di Guede, Roberto Segoloni e il suo amico di infanzia. L’arringa difensiva è terminata poco prima delle 20. La Corte ha rinviato a questa mattina le repliche del procuratore generale, degli avvocati di parte civile e dei difensori. Alle 12, nelle intenzioni del presidente Giovanni Borsini, i giudici si ritireranno in camera di consiglio. La sentenza è attesa nel pomeriggio.