"È una presa in giro. Pronti alla protesta"

Le palestre in affanno: "Stavolta è pure peggio, ci siamo adeguati ai protocolli". Si valuta un’iniziativa con attività fisica all’aperto

"Sbagliato puntare il dito contro le palestre. Non sono questi i luoghi che possano contribuire negativamente al contagio, abbiamo seguito rigidi protocolli a cui tutti ci siamo adeguati. Ci stanno prendendo in giro? La domanda sorge spontanea visto che tre giorni prima della chiusura sono uscite nuove linee guida ancor più stringenti a cui ci siamo dovuti subito adattare". Ha l’amaro in bocca Gianfranco Mastrangelo, gestore della storica palestra Corpus e presidente regionale dell’Msp Italia – Umbria, ente di promozione sportiva riconosciuta dal Coni che conta circa 35mila iscritti. "Questa chiusura è peggio di quella che c’è stata a marzo perché nel frattempo abbiamo dovuto spendere per adeguare le strutture. Per le palestre non c’è stato alcun atteggiamento di rispetto. Su una trentina di strutture umbre analizzate a campione dall’Msp, solo una è riuscita ad avere il bilancio in attivo".

Una situazione che sta portando l’ente a valutare una sorta di protesta pacifica, con tanto di attività fisica all’aperto, per chiedere di continuare a lavorare. "Stiamo pensando di coinvolgere attivamente istruttori e gestori. Questa seconda ondata di pandemia non andava affrontata chiedendo il sacrificio di pochi". Su questa linea anche Luca Moscatelli, titolare da vent’anni della palestra Body Jumping Asd e organizzatore del Festival del fitness di Perugia. "Una chiusura ingiusta - tuona - non ce l’aspettavamo una scelta così drastica. Giovedì scorso anche noi abbiamo dovuto fare un ulteriore investimento per adeguarci, ancora una volta, ai nuovi protocolli. Pensavamo ad una chiusura anticipata, no totale".

Da marzo a maggio niente fatturato, da giugno ad agosto recupero degli abbonamenti e mancato incasso, quindi settembre ed ottobre erano i mesi della ripartenza per noi". Intanto è scattata una petizione sui social a livello nazionale per chiedere l’apertura immediata delle palestre: "Io sono tra i firmatari, insieme ad altri 15mila titolari in tutta Italia". Un nuovo aiuto a fondo perduto ed una quantomeno garantita riapertura per dicembre. Sono queste le richieste di Vincenzo Nannini, titolare della palestra Phonenix Fitness Studio. "Con una doppia chiusura si parla di una perdita del 50% del fatturato. Ci hanno fatto chiudere in un momento di alta stagione, nonostante le nuove linee guida uscite prima del 25 ottobre e controlli a tappeto che non hanno riscontrato irregolarità. Ci sentiamo presi in giro". E poi ci sono realtà che, per loro stessa natura, coinvolgono piccolissimi gruppi di partecipanti, massimo 5 o 6 persone e su appuntamento. Come lo studio Pilates Trentasette di Andrea Fabiani: "Si potevano concedere almeno le lezioni individuali e quelle di gruppo farle online, le spese ci sono anche se le strutture sono chiuse. Anche noi ci siamo adeguati al massimo, ma Studi di Pilates e palestre sono due realtà molto diverse e il Governo ha fatto di tutta l’erba un fascio".

Valentina Scarponi