Presto ddl Roma Capitale, poi l'autonomia per le Regioni

A città poteri speciali. Governatori, prime intese a settembre

A città poteri speciali. Governatori, prime intese a settembre

A città poteri speciali. Governatori, prime intese a settembre

Ben venga l'autonomia, sia che si tratti delle Regioni, sia che si tratti di Roma Capitale perché "fa bene a tutti". Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali, rilancia sulla riforma che porterà poteri speciali alla Città Eterna ma nel frattempo spinge sul provvedimento simbolo di decenni di storia del Carroccio, quello sull'autonomia differenziata. A settembre, annuncia, le prime intese con le Regioni che già avevano avviato un negoziato con Palazzo Chigi.

La 'questione romana', del resto, non è mai uscita dall'attualità. Sul tavolo della commissione Affari Costituzionali della Camera ci sono da mesi diverse proposte di legge, tra cui quella del dem Roberto Morassut - uno dei 'padri' della riforma da tempi non sospetti - e quella del capogruppo FI Paolo Barelli. E poi c'è un ddl del Governo a cui, come è trapelato ieri da Palazzo Chigi, sta lavorando direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme alla ministra delle Riforme Elisabetta Casellati e appunto a Calderoli. Il disegno di legge dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri entro la pausa estiva.

Una accelerata dunque di cui non è ignaro il Campidoglio, che lo scorso aprile aveva chiesto un "auspicabile confronto" prima della presentazione del testo. Che uno scatto di poteri per la città sia necessario, del resto, è una convinzione bipartisan. Il primo a crederlo è il sindaco Roberto Gualtieri che da tempo solleva il problema delle risorse, a suo avviso gravemente carenti se si considera che sulla città 'dei residenti' gravano anche gli oneri connessi all'essere capitale d'Italia, agli organismi internazionali, agli eventi mondiali e al massiccio carico quotidiano di turisti e pendolari. Il tutto, secondo il sindaco, da affrontare con poche risorse, il trasporto pubblico gravemente sottofinanziato e un fondo di solidarietà comunale gestito in modo penalizzante per la città.