Pisa, 15 settembre 2011 - Il settimanale tedesco 'Die Zeit' ha annunciato la scoperta di un tesoro scottante che torna alla luce dall' Archivio segreto prussiano di Berlino. Dopo oltre due secoli è stato ritrovato un poema erotico scritto da Federico il Grande (1712-1786) e dedicato al conte italiano Francesco Algarotti morto a Pisa 1764. Il testo originale è stato identificato tra le lettere autografe del re.
Scritta in versi alessandrini in lingua francese poche settimane dopo l'ascesa al trono di Prussia il 20 luglio 1740, la poesia è intitolata 'La Jouissance' e canta le lodi del piacere sessuale e dell'orgasmo, ricorrendo a immagini della mitologia greca. Il poema era dedicato a un intimo amico del sovrano, appunto Francesco Algarotti, scrittore illuminista che Voltaire chiamava ''Caro cigno di Padova'', di cui si narra una notte bollente.
Federico il Grande spedì una copia della poesia erotica al filosofo francese Voltaire, con cui il sovrano prussiano fu in costante rapporto epistolare. In una lettera di accompagnamento, Federico II spiegò che si trattava dell'unico poema da lui scritto in quel periodo, ispirato da un colloquio con Algarotti, secondo il quale gli abitanti del nord Europa non sarebbero in grado di provare sensazioni forti come quelle dei popoli del sud Europa."Io il piacere l'ho provato e l'ho descritto come ho potuto per dimostrare che anche noi, a dispetto della nostra costituzione, siamo capaci di provare forti sentimenti", scriveva il re a Voltaire.
Nella sua poesia Federico II di Prussia fa di Algarotti un eroe romantico, che descrive impegnato in un incontro bollente di sesso con una donna di nome Chloris, una bellezza vergine mutuata dalla mitologia greca. Algarotti viene descritto "fuori di sè per l'amore, tremante con impazienza", che cade tra le braccia della donna fatale. Il sovrano scrive poi che il suo eroe "si dissolve in baci lussuriosi, sospiri e morte", finendo in un un vortice di baci senza fine, che gli fa raggiungere il vero ''godimento''. La poesia si conclude osservando che la mattina dopo tutto è finito, anche se "un momento di lussuria vale tanto per chi lo gode come un secolo di onore".
La poesia erotica non è mai apparsa nelle raccolte ufficiali degli scritti di Federico II. Infatti non fu registrata nella raccolta di scritti pubblicata nel XIX secolo in 31 volumi e si pensa che nessuno fosse a conoscenza della sua esistenza fino ai primi del '900.
Quando, nel 1912, si pubblicò un'edizione in 10 volumi dei suoi scritti per celebrare i 200 anni della nascita del sovrano il testo non fu stampato a causa dello sconveniente contenuto dei versi dove Federico II parlava della lussuria come della ''signora del mondo''.
Francesco Algarotti visse a Pisa negli ultimi anni della sua vita. Federico il Grande gli fece costruire un monumento al Campo Santo di piazza dei Miracoli.
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