Pisa, 17 marzo 2012 - Mentre i carabinieri continuano a mantenere il massimo riserbo sugli sviluppi delle indagini per la misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa — la bella quarantaquattrenne madre di famiglia, abitante a Gello a San Giuliano Terme della quale non si hanno più notizie dalla notte fra il 13 e il 14 gennaio — su Facebook (come ormai anche sulla stampa e le televisioni nazionali) il caso Ragusa ‘impazza’. Del resto proprio sul celebre social network questo giallo è scoppiato. Poche ore prima che Antonio Logli — poi indagato indagato per uxoricidio e occultamento di cadavere — denunciasse ai carabinieri la scomparsa della moglie, infatti, venne pubblicato l’appello lanciato dal figlio maggiore della coppia (il quindicenne Daniele): «Mia madre è scomparsa, non è uno scherzo».
E su Facebook continuano a scriversi altri capitoli ‘collaterali’ a questa inquietante vicenda. Poche ore dopo quel disperato messaggio, nacque infatti il gruppo «Troviamo Roberta Ragusa, poi ne seguirono altri due — «Aiutateci a trovare Roberta Ragusa» e «Chi fine ha fatto Roberta Ragusa», nonché alcune pagine appositamente dedicate alla «ragazza occhi cielo» che sembra essere svanita nel nulla da oltre due mesi.
Ed è proprio in uno di questi gruppi («Aiutateci a trovare Roberta Ragusa») che un sensitivo ha raccontato di aver sognato e ‘visto’ un luogo dove potrebbe trovarsi il corpo di Roberta Ragusa: un posto dove poi è stato e ha «sentito un freddo glaciale e un fortissimo mal di testa», che scompaiono non appena lui si allontana. Il luogo individuato dal ventisettenne fiorentino Paolo Addona — che già aveva previsto la tragica fine di Sarah Scazzi — si trova a sei-sette chilometri dal «piccolo mondo di Roberta», ovvero dall’abitazione e dall’autoscuola della donna: è ovviamente in una zona di campagna dove c’è un fosso nelle vicinanze di un noto ristorante a Molina di Quosa.
«Ho solo detto quello che ho visto — afferma Addona su Facebook — essere sensitivi non vuol dire farsi grandi, ma vuol dire accettare una cosa che ti hanno donato ed è bella». Informalmente un’agente della polizia municipale sangiulianese (che fa parte di quel gruppo su Facebook) ha svolto un sopralluogo giovedì pomeriggio. «Il fosso è in gran parte ricoperto da un’inestricabile roveto, neanche i cani ci potrebbero passare», ha poi fatto sapere la vigilessa. In queste ore il gruppo sta organizzando una nuova ‘spedizione’ presente anche Paolo Addona.
Dal gruppo «Troviamo Roberto Ragusa» — il più numeroso con i suoi quasi quattromila membri (di tutta Italia e dell’estero) sono nate due iniziative pro Roberta, entrambe significativamente in programma per mercoledì prossimo 21 marzo, giorno del quarantacinquesimo compleanno della donna scomparsa. La prima è una ‘candelora’: «Accendiamo tutti una candela sui davanzali delle finestre come simbolo di una fiaccolata per incitare Roberta Ragusa a tornare a casa nel caso sia in grado di vederci». La seconda è una ‘classsica’ fiaccolata che alle 21.30 dovrebbe partire dalle ex scuole di Gello per raggiungere l’abitazione dei Logli. Ovvero la casa del mistero, si spera non ancora per molto.
Federico Cortesi
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