Aulla, 29 ottobre 2011 - Non e' certo paragonabile al patrimonio culturale distrutto o danneggiato a Firenze nel 1966, ma la perdita dell'archivio storico notarile dei Feudi della Lunigiana sarebbe stato un duro colpo per la storia della Toscana. E se i volumi del '500 e del '600 si salveranno tutti, si dovra' dire grazie solo alla caparbieta' di Francesca Frugoni, 33 anni, di Roma, archivista precaria, i cui antenati furono in qualche modo gli 'angeli del fango' visti e rivisti nelle foto e nei filmati del '66 tra i libri della Biblioteca Nazionale sull'Arno. 

Sfidando ogni ostacolo e mettendosi contro tutti, gia' martedi' notte, appena l'acqua del Magra aveva lasciato gli scantinati del Municipio di Aulla, aveva lanciato il suo allarme. Il giorno dopo, ''quasi per togliermisi di torno, vista la mia insistenza - racconta - mi hanno autorizzato a fare un primo intervento sui volumi, circa 50 metri lineari, finiti sotto un metro e dieci centimetri di acqua, con borotalco e segatura''. ''Sembrava facessero un piacere a me'' dice oggi mentre guarda soddisfatta gli studenti delle scuole medie e delle superiori di Aulla che, con i loro insegnanti, hanno formato una catena umana per portare fuori dal fango i volumi ora trasferiti a Prato ''e congelati, per evitare danni ulteriori, prima di poterli asciugare e poi restaurare''.

Ha fatto tutto lei, compreso trovare i furgoni che porteranno il prezioso carico fino a una cella frigorifera messa a disposizione dalla Bofrost.  Un lavoro che nessuno, forse, le riconoscera' mai. Lei ha una specializzazione come archivista ecclesiastica. In questo periodo ha un contratto per sistemare proprio l'archivio ecclesiastico di Aulla. Quando, martedi', l'acqua ha iniziato a superare gli argini, lei era al primo piano della palazzina che lo ospita, poco lontano dall'Abbazia di San Caprasio, distrutta dall'onda, e dal Comune.

Si e' assicurata che l'acqua li' non arrivasse. Poi il suo pensiero e' subito andato ai sotterranei del Comune, dove era conservato l'archivio storico notarile. ''Non erano proprio di mia competenza, ma li avevo studiati - dice - e conosco bene il loro valore''. ''Il problema - ribadisce Francesca, per niente preoccupata del fango che le rimane attaccato alle scarpe e ai pantaloni - e' stata la burocrazia, ma ora tutti mi stanno aiutando, e in particolare questi ragazzi, che sentono di fare qualcosa di importante''.

''Si sono salvati i protocolli notarili, circa 60 metri lineari, che erano piu' in alto, e che risalgono al 1400'' aggiunge dopo averli 'piazzati' in un posto asciutto a Pontremoli, ''mentre e' andato sott'acqua anche l'archivio catastale e
notarile del Comune di Aulla''. Da ieri ad aiutare questa giovane 'testarda', innamorata del suo lavoro, ci sono anche alcuni funzionari della soprintendenza, a cui lei ha restituito un grande patrimonio storico.