Medusa, il Covid e il pensiero sovvertito

Come stiamo cambiando. L'editoriale della direttrice de La Nazione

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 18 settembre 2020 - Viviamo l’epoca del pensiero sovvertito. Da quando esiste il Covid tutti noi siamo diventati dei sovversivi: paradosso del paradosso, più siamo ligi alle regole più siamo sovversivi, sperimentiamo sulla nostra pelle, ogni giorno, come la verità possa rispecchiarsi nel suo contrario, ed essere altrettanto vera. Prendo alcuni esempi, i più immediati: oggi, con la pandemia, non abbracciarsi è un segno d’amore. Oggi, con la pandemia, girare con la mascherina fin sotto gli occhi è un obbligo per garantire la sicurezza nazionale mentre coprire il viso, prima, era assoluta prerogativa di due categorie non esattamente sicure: rapinatori e terroristi.

Oggi non stringersi la mano è un gesto di rispetto, mentre usare la macchina anziché i mezzi pubblici aiuta a prevenire il contagio, ed è strettamente consigliato. Oggi non andare a trovare i genitori anziani può diventare un modo per proteggerli. Oggi i ragazzi, i bambini, non hanno più paura della scuola, hanno paura invece di dover restare a casa. Eccolo, il pensiero sovvertito.

Ci siamo talmente immersi dentro, in attesa di ennesimi Decreti, in attesa di nuove drastiche limitazioni alla nostra libertà, alla nostra quotidianità, che quasi non ce ne accorgiamo, non ci facciamo caso: come fa presto il genere umano ad adattarsi, a cambiare le sue abitudini. Del resto, ne parlava perfino Darwin della capacità di adattamento: ci siamo evoluti per questo.

Il pensiero sovvertito porta anche a idee belle, come quella che voglio raccontarvi adesso, e che non c’entra col Covid ma c’entra invece col nostro modo di pensare la realtà, che può cambiare in misura diametrale e farci scoprire dimensioni nuove, talvolta più giuste e più vere. A New York hanno messo davanti al palazzo di giustizia una statua di Luciano Garbati, artista italo-argentino: rappresenta Medusa nuda coi suoi capelli fatti di serpenti che con una mano regge la testa di Perseo, con l’altra una spada.

A sinistra la scultura di Benvenuto Cellini, a destra quella di New York
A sinistra la scultura di Benvenuto Cellini, a destra quella di New York

È la reinterpretazione – tanto fedele quanto sovvertita – della meravigliosa opera bronzea di Benvenuto Cellini che si trova a Firenze, nella Loggia dei Lanzi accanto agli Uffizi: qui, come vuole il mito originale, è Perseo nudo a reggere in una mano la testa di Medusa, e nell’altra una spada. La leggenda greca racconta che la giovane Medusa, dopo aver subìto uno stupro, fu trasformata in un mostro capace di tramutare in pietra chiunque la guardasse, e fu infine decapitata dall’eroe Perseo. C’è voluto qualche migliaio di anni, ma è un sollievo vedere come il pensiero comune possa mutare anche grazie a una statua, che ha riconsegnato il suo riscatto alla mostruosa Medusa, e a tutte le donne vittime di stupro un tempo tramutate in colpevoli dalla morale pubblica. Oggi sovvertita.