Firenze, 8 novembre 2012 - Proveranno a raccontarci che quella di domenica sarà una partita come le altre. Che Riccardo Montolivo ignorerà la maglia, la sua ’vecchia’ maglia viola. Che la Fiorentina cercherà di non ricordare chi sarebbe dovuto (e potuto) diventare quel giocatore per Firenze.
Bugie. Tutte bugie. Montolivo e la Fiorentina, domenica pomeriggio a San Siro, si guarderanno (eccome), si studieranno e soprattutto cercheranno di mettersi in difficoltà. L’uno contro l’altra. L’ex viola contro il suo passato ancora troppo ingombrante per essere dimenticato. Cancellato.
Sta bene Montolivo a Milano. Si è ambientato, si è inserito alla grande nello spogliatoio e, si dice, sta già studiando per diventare leader della squadra del domani.
 

Ma sta bene — tanto per rendere ancora più pungente l’incontro di domenica — anche la Fiorentina. Che senza il ragazzo di Caravaggio (prima promosso capitano e poi dergradato da Della Valle in persona) si è ricostruita un centrocampo grandi-firme. E, fino ad oggi, di alta, altissima qualità.
 

Montolivo e la Fiorentina è una storia che aveva cominciato a scricchiolare un paio d’anni fa, dopo sei stationi fatte comunque di alti e bassi. Dall’amore e gli applausi, quanto volte, si è passati alla rabbia e ai fischi. Carattere difficile, per qualcuno, giocatore sempre troppo lontano dal consacrarsi campione, per qualcun altro. Montolivo decise di strappare con Firenze quando sul suo contratto cominciò ad avvicinarsi l’ombra dello svincolo. Che poi significa poter volare via senza dover chiedere il permesso (e portare soldi) alla società per cui giochi.
 

Il capitano — che poi diventò subito ex — lo disse apertamente. In faccia. A Della Valle. E da quel momento fu il gelo. Con tanto di schermaglie, polemiche e ripicche, che coinvolgevano in forma diretta o in diretta l’allora ds gigliato, Corvino, lo staff di procuratori del giocatore e ovviamente gli uomini di Della Valle. Della Valle e il Milan s’incontrarono in inverno, subito dopo la chiusura del mercato di gennaio e il sì allo sbarco in rossonero che sarebbe arrivato qualche mese più tardi sembrò subito solo una formalità.


Domenica quando Montolivo rivedrà la Fiorentina rivivrà tutto quello che di bello e di meno bello si è portato dietro in quella valigia viola chiusa dopo sette, lunghissime, stagioni. «Per me sarà una partita come tutte le altre», ha provato a giurare ieri, il centrocampista rossonero. Ma nessuno ci crede. E nessuno ci crederà almeno fino a quando Montolivo affronterà la ’sua’ Fiorentina con quella maglia. La maglia del Milan. Sarà la prima volta. Forse la più diffcile. Per lui, come per la squadra viola.

Riccardo Galli